giovedì 1 aprile 2010

Tran tran

Ogni mattina mi alzo alle sette e mezza, faccio colazione, mi vesto e accendo il computer.
Controllo la posta che, a eccezione dei soliti messaggi per allungare l'uccello, non riserva alcuna novità. Niente dagli amici?!, Niente da potenziali clienti.
L'agenda settimanale sulla scrivania è completamente bianca. Non un appuntamento, nessuna scadenza. Il telefono è muto da settimane.
Mi sento come quei poveri vecchi soli o, tutt'al più in compagnia di un cane altrettanto decrepito, grasso e malato, che schiantano davanti alla televisione o seduti sul cesso e li trovano dopo qualche settimana perché la puzza è diventata insopportabile e, qualcuno nel condominio, si ricorda di quel vecchio rudere che vive da solo.
Mi ripeto che tutto questo è positivo: è l'occasione per costruire una nuova vita, ma non faccio che darmi dello stronzo per aver mandato affanculo il mafioso pelato.
Anche l'avvocato, così prodigo di consigli strampalati, si è volatilizzato. Mi sono rivolto a quello dell'ordine dei giornalisti, dice che ho ragione, ma che bisogna controllare bene tutta la documentazione.
Giuro però che questo è l'ultimo tentativo, non posso continuare a vivere in funzione di questa storia. Mi sta facendo impazzire.

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