lunedì 12 aprile 2010

Sveglia!

Vado sempre più convincendomi che la mia vita lavorativa fino a oggi sia stata un inaspettato regalo, una falla nel sistema, il sogno di uno sguattero, l'avventura di Gasperino il carbonaro nel Marchese del Grillo che, l'ipocrisia della nobiltà, ha accettato nella sua rozzezza, solo perché lo credeva uno di loro.
Non perché non sappia fare il mio lavoro, direi anzi immodestamente, che sono un buon artigiano. E anche di gavetta ne ho fatta tanta: aiuto fotografo, addetto alla camera oscura, disegnatore tecnico, grafico esecutivista, illustratore, grafico editoriale, art director. Sembrerebbe un giusto curriculum, tutte le tappe fondamentali per costruire l'esperienza necessaria. Solo una cosa manca: essere nati dai genitori giusti, frequentare gli ambienti giusti, far parte di una certa classe sociale. Questo è il solo modo per spiccare il grande salto dall'ultimo scalino e librarsi nei cieli dominati dai grandi predatori.
Io sono nato da un'impiegata e un commesso viaggiatore; i nonni materni erano calzolai e quello paterno trafficava sul confine italo-svizzero. Non sono queste le credenziali migliori per fare strada. Ecco perché il sistema mi ha concesso fino a un certo punto, ecco perché le mie illusioni ora sono irrimediabilmente a pezzi come il vaso della nonna caduto dalla credenza.
Ogni sistema è per definizione imperfetto: e io sono il difetto, la rotellina che piano piano, un poco alla volta, si è illusa di diventare un ingranaggio importante, senza capire che era solo un pezzo di scarto, un inutile sfriso caduto nella cassa dell'orologio senza che l'orologiaio se ne accorgesse.
Ora però è arrivato il conto, ora è giunto il momento che ognuno torni al suo posto. Chi si crede di essere questo figlio d'un commesso viaggiatore? Dove credeva di arrivare? Qui non siamo negli Stati Uniti d'America, siamo in Italia, paese in cui non conta essere bravi, professionali, onesti, ma in cui conta chi ti raccomanda, quali conoscenze può smuovere la tua famiglia, quali amici importanti puoi vantare. Tutte cose che io non posso annoverare nel mio curriculum, perciò, ci scusi tanto signor art director dei calzolai, ma è stato un errore di sistema, è ora di svegliarsi e di prendere il posto che le compete per rango e censo, quello dello schiavo.

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