giovedì 6 maggio 2010

Che strana coincidenza

Finalmente mia moglie comincia a raccontarmi qualcosa del nuovo lavoro.
Premetto che la dritta è arrivata attraverso un social network privato di ex studenti del liceo artistico. Non compagni di classe, ma studenti degli anni precedenti; grosso modo dal 1969/70 in avanti.
Infatti è stato molto più facile e soddisfacente stringere rapporti con loro, invece che con i miei ex. Perché? Non lo so di preciso, probabilmente perché meno ipocriti, superficiali e menefreghisti.
Sono convinto che, per uno strano scherzo del destino, la mia classe si sia distinta fra tutte per la più elevata concentrazione di stronzi, individualisti, ambiziosi, ottusi cazzoni. Non sto dicendo che le nuove generazioni non valgano niente eccetera. Sto dicendo che la mia classe in particolare era la più eterogenea accozzaglia di gente inutile. Le altre sezioni, precedenti o successive, erano tutt'altra cosa; questa era così. È chiaro quindi che, quando ho iniziato a dialogare principalmente con le vecchie leve, ricevendo attenzione, solidarietà e un embrione di amicizia, li ho preferiti. Ed è proprio da loro che ho avuto la possibilità di cominciare a guadagnare qualcosa in questo momento difficile, nel quale i vecchi compagni mi hanno totalmente ignorato.
Sì, lo so, qualche post fa avevo detto che amavo tutti quanti indistintamente, è vero, ma rimane pur sempre un affetto non ripagato, a senso unico. Qui sta la differenza sostanziale.
Per non farla troppo lunga, cercavano qualcuno e oplà, ecco che ci ho piazzato mia moglie che, anche se lamenta di non essere tecnicamente all'altezza, so che la sua creatività sarà più adatta della mia.
Quella in cui lavora è una realtà più consona alla sua formazione, infatti si occupano di promozione, ma attraverso oggetti di valore artistico elevato, utilizzando artisti e creativi più o meno affermati. E dopo la lezione di pittura che mi ha rifilato, non poteva che essere lei la persona più giusta.
Tutta questa manfrina, solo per dire che sono rimasto colpito da una strana coincidenza: e cioè che una delle capoccione dello studio, oltre che ex del liceo artistico, è anche seguace di Sai Baba, di cui ho parlato giusto ieri. Trent'anni sembrano essere trascorsi invano, come le varie accuse al santone. Anzi, come per Berlusconi, più viene attaccato, più si rafforza la fede dei seguaci nei suoi confronti.
Questa cinquantenne che veste ancora con gonnelloni di lana colorata e gioca a fare la freddolosa, si tiene appiccicato sulla tastiera il bel faccione del suo maestro, foto dell'india sulla scrivania e quadri indiani alle pareti.
Credo quindi che mandare mia moglie invece che andarci personalmente, sia stata quasi una premonizione, alla faccia di Sai Baba e i suoi seguaci.
Naturalmente ho dovuto pagare il mio contrappasso. I bambini sono entrambi malati: mal di gola raffreddore eccetera, e io devo occuparmene.
Mentre con una mano lavoro per l'editore di Milano, con l'altra preparo aerosol, colazioni, pranzi, lavo i piatti, pulisco sederi.

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