martedì 9 marzo 2010

Delirio

Ormai siamo al delirio. E non sono neanche alcolizzato, per ora. Ma per uno come me, sognarsi Berlusconi, è davvero il capolinea. Sarà per la nutella che ho mangiato prima di andare a dormire, ma ritrovarsi a fare da assistente a Berlusconi mentre si aggira per centri commerciali e posti a me sconosciuti, è stato un trauma. Intendiamoci, non avrei alcuna remora nel chiedere una mano, un aiuto, un lavoro che possa permettermi di mantenere i miei figli in modo onesto a chiunque possa darmela, incluso Berlusconi. Malgrado tutto, non credo nemmeno che offrire lavoro qualificato in cambio della possibilità di vivere dignitosamente possa essere qualcosa di umiliante e, in questi anni, ho imparato che politica e princìpi vanno lasciati al di fuori della professione. Cosa che, a quanto pare, in Italia non viene praticata. Ma quando si cominciano a fare di questi sogni, la depressione non dev'essere molto lontana.
Il lato ironico è che, malgrado sia sempre stato uno di sinistra, quando le cose vanno male è sempre la destra quella a cui, inconsciamente, finisco per rivolgermi. Un altro indizio di quanto abbia le idee confuse non solo io, ma anche la sinistra.
Che dire, mi sembra di essere tornato a vent’anni, quando avevo la gioventù dalla mia parte, ma ero privo di esperienza e pertanto rifiutato o sfruttato. Ora ottengo gli stessi risultati, ma a fattori invertiti: ho esperienza da vendere, ma sono ormai troppo vecchio.
Ieri ho visto di sfuggita in televisione la storia di un cinquantenne che, a causa della separazione e relativi addebiti per il mantenimento del figlio, viveva in uno stato di grande indigenza, essendosi ridotta la sua busta paga a soli cinque o seicento euro al mese. Cifra che gli impediva di condurre una vita dignitosa insieme alla nuova famiglia.
Ma non è tanto la storia ad avermi colpito, quanto il fatto che l’uomo riuscisse a tirare avanti grazie agli amici, ai genitori dei compagni di scuola della figlia, dei familiari. Ma io, che non ho nemmeno quei cinque o seicento euro al mese, non ho aiuto da amici, conoscenti o familiari, per non parlare dello stato o dei servizi sociali, o dell’ordine dei giornalisti, o da chicchessia, cosa devo fare?
Ho immaginato che se qualcuno offrisse alla mia famiglia la stabilità economica necessaria a farla vivere senza affanni fino a che ne avrà bisogno, gli venderei non solo la mia anima, o quello che è, ma gli darei la mia vita senza pensarci un momento.
Disgraziatamente sono ateo, chi reclamerebbe la mia anima e per farsene cosa poi? E nessuno, per ora, mi odia o mi ama a tal punto da volere la mia vita in cambio di soldi. Quindi, fallimento totale sotto ogni profilo.

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