martedì 16 febbraio 2010

Non vogliamo, non possiamo, non dobbiamo

Questa situazione di incertezza mi sta esasperando. All'inizio, pensavo sarebbe stato tutto più semplice. Come dicono le nonne? "Chiusa una porta, si apre un portone".
Durante gli ormai oltre vent'anni di lavoro, ho perso tanti clienti, trovandone altri, come in un karma senza fine. Non sempre erano migliori dei precedenti, altre volte sì.
Ma ora è tutto diverso: non funziona il passaparola, niente risposte alle mail promozionali, il sito non serve a niente e, tanto meno, il profilo su facebook e linkedin.
Quindi comincio a pensare al razionamento. Cerchiamo di spendere meno con i generi alimentari: meno carni rosse (care come il fuoco), ma tacchino, pollo, maiale. Così come per gli affettati: le confezioni piccole, quelle che di solito usavamo per preparare la merenda ai bambini, sono proporzionalmente molto più care. Rifuggiamo dalle marche note, e scegliamo prodotti a marchio Esselunga (che sono comunque ottimi). Almeno la pasta però, deve essere di qualità: De Cecco o Voiello. E poi approfittiamo il più possibile dei vari tre per due, o dei prezzi corti.
Ma queste sono cose che abbiamo già sentito e risentito milioni di volte.
Quello che mi è più difficile accettare, è il risparmio sulla cultura; libri, cd, film, mostre, qualche oggetto.
E poi, dopo la rinuncia forzata alla solita settimana al mare per natale e, probabilmente, anche a quella di pasqua, comincio a preoccuparmi per le vacanze estive. Eppure, con due figli allergici e intossicati dalle polveri sottili, è una cosa a cui non possiamo rinunciare. Come disse Pio VII all'ufficiale napoleonico che gli intimava di cedere alla Francia gli stati pontifici: "Non vogliamo, non possiamo, non dobbiamo".

Nessun commento:

Posta un commento

I vostri commenti sono immediatamente pubblicati senza alcuna censura. Naturalmente vi esorto a osservare le elementari regole dell'educazione e del rispetto. I commenti che non osserveranno tali regole di civile convivenza verranno cancellati.