lunedì 8 febbraio 2010

The last dance

Anche il terzo avvocato che ho interpellato per rivendicare il diritto d'autore su tutti i logotipi creati in quasi dieci anni per il mafioso pelato, mi ha dato il due di picche. Dice che dal momento in cui sono stati fatturati e utilizzati dall'azienda, tanto da diventare un segnale di riconoscimento inconfondibile per le sue attività, posso pure scordarmi del diritto d'autore.
Intanto il pelato comincia a richiedere materiali che giudica di sua proprietà come, appunto, i logotipi, numeri archiviati delle riviste, fotografie e gabbie grafiche.
Mi brucia così tanto non avere nessuna possibilità di danneggiarlo almeno un po', che provo a cercare in rete anche un minimo appiglio. Forse trovo qualcosa: sembrerebbe che, in base alla legge sul diritto d'autore, la mia prestazione nei confronti del cazzone, si limiterebbe all'effettuazione delle lavorazioni necessarie alla pubblicazione delle varie riviste; ma la proprietà sui file sorgenti, o aperti (per esempio le gabbie e le pagine mastro create in QuarkXpress e similari, o i documenti di Photoshop a livelli) necessari alla realizzazione del lavoro, sono una mia proprietà intellettuale e, come tale, garantita dal diritto d'autore.
Anche il contratto standard dell'Aiap (Associazione italiana progettazione per la comunicazione visiva), al punto 6.4 dice: "I supporti materiali dei disegni e di tutti gli altri materiali sviluppati nel corso dell'incarico [...] resteranno di esclusiva proprietà del professionista".
Ora però il mio problema è un altro. Se comincio a fare ostracismo sulla consegna dei materiali che il pelato ha richiesto, rischio di mettere a repentaglio i miei crediti nei suoi confronti.
In pratica, potrebbe accadere che, se non consegno le gabbie, lui non mi paga. Oppure: non gli consegno le gabbie, lui minaccia di non pagare, io minaccio di fargli causa, lui paga. Oppure non paga e andiamo in tribunale. Risultato: se vedrò i miei soldi, li vedrò fra cinque anni come minimo.
Decido di giocare l'ultima carta di questa logorante partita; telefono alla mamma di una compagna di mia figlia che è avvocato, e le espongo la situazione. Secondo lei, ho pienamente ragione. Le gabbie e i materiali di lavorazione sono miei e non sono tenuto a consegnare alcunché se non i logotipi che ormai sarebbero di proprietà del pelato. Mi consiglia però di temporeggiare il più possibile per incassare il maggior numero di fatture. Mi decido: tentiamo questa ultima possibilità poi, giuro, mi arrendo. Sono troppo stanco per continuare questa partita truccata.

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