mercoledì 18 agosto 2010

La catalessi del diciottesimo giorno

Sto sprofondando in una sorta di catalessi. Anche la gita di ieri a San Severino Marche per la mostra Le meraviglie del barocco nelle Marche, non mi ha entusiasmato come quelle dell’anno scorso.
I quadri erano belli come lo sono quasi tutte le opere di quel periodo, specialmente in questa regione, l’allestimento era ben fatto, il catalogo forse un po’ meno, ma ciò che mi mancava era l’entusiasmo per un riposo meritato, una pausa sacrosanta. Mi sembra di rubare tempo e soldi per occupazioni futili e inutili. Non riesco a togliermi dalla testa che ormai manca poco a un rientro senza prospettive, al ritorno a una realtà fumosa e sfuocata, al prosciugamento di risorse striminzite, senza la prospettiva di un giusto raccolto, senza nessuna vendemmia autunnale, senza una certezza di sostentamento futuro.
Era facile dire che mi sarei snebbiato la mente, che nuovi orizzonti avrebbero aperto nuove prospettive, ma fino a oggi, nulla è cambiato.
Sono sul balcone che guardo ora la striscia di mare che cambia colore a ogni passaggio di nuvole, ora la guardia di finanza e i carabinieri che si fermano immancabilmente ogni pomeriggio per prendere il caffè al bar qui di fronte: tracotanti, con le mani in tasca e le divise sudate, che si grattano il culo e fumano, passeggiando avanti e indietro come fossero i padroni del mondo e mi scopro a odiarli, a odiare la rappresentazione del potere cialtrone che la pistola sballonzolante gli permette.
Anzi, mi scopro a odiare chiunque si diverte spensierato, sapendo che il domani non sarà meno nero dell’oggi, che l’unico pensiero che li assillerà al ritorno sarà la nostalgia per le vacanze, o la scocciatura di tornare al lavoro.
Odio quei cazzoni che giocano a beach volley, urlatori sguaiati che mostrano i muscoli alle ragazze che li osservano, odio me stesso per la mia incapacità di trovare una via d’uscita dignitosa a questa situazione. Odio la gente che si mette in tasca i soldi per l’ombrellone, o l’affitto per le vacanze, o anche un semplice caffè, senza rilasciare nemmeno l’ombra di una ricevuta o uno scontrino.
Lo so, mi sto comportando come ‘o piagnù, da cui ieri siamo andati a mangiare, ma almeno lui, la ricevuta ce l’ha fatta.

PS: ciao gianbarly, benvenuto.

2 commenti:

  1. Ciao Jolly Roger,

    ti seguirò con interesse.
    C'è qualcosa in particolare che ti piacerebbe che leggessi?

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  2. Grazie Gianbarly, beh, ho scritto tante di quelle stupidate, che non ne ho di preferite.
    Sarebbe mia intenzione "etichettarle" appena riesco, ma diciamo che per ora la cosa migliore è spigolare qua e là.
    Ciao, a presto.

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