venerdì 6 agosto 2010

Piove, embè?

Nemmeno una settimana di vacanze e già due giorni di pioggia e una pizza sbagliata. Avevo ordinato una Parmigiana (mozzarella, pomodoro, melanzane alla griglia e parmigiano), e mi ritrovo con una non ben identificata pizza ai quattro formaggi e funghi porcini (forse una Colesterolina?). Non si può dire che sia la stessa cosa, ma piuttosto di aspettare un’altra mezzora, la fagocito come un polpo si ingoia la prima cosa che gli capita a tiro.
È la prima volta che Luciano mi gioca un tiro di questo genere in tutti questi anni. Di solito è sempre preciso e veloce. Forse è colpa della moglie; da quando è sconvolta per l’ictus che ha colpito il fratello in così giovane età (settantaquattro anni?!), l’ha lasciato da solo a impastare le pizze. 
O forse è colpa di quelle cavolo di macchinette elettroniche con cui raccolgono le ordinazioni: bip, bep, e ti arriva un’impepata di cozze invece della caprese.
Giusto il tempo di pagare il conto e scoppia il temporale, e qui quando piove, piove sul serio: salvagenti che volano come foglie secche, gente che fugge con gli asciugamani in testa come tanti beduini variopinti, le auto che fanno a gara a inondare i passanti.
“Sarà un agosto freddddissimo!”, dicevano le mamme delle compagne di E., che sembrano sempre avere un canale privilegiato o chissà quali dritte dai bookmakers delle previsioni del tempo.
Chissenefrega, in tv c’è la serie originale rimasterizzata di Star Trek, C. mi rompe i timpani con la chitarra elettrica (eh sì, abbiamo dovuto portarla), E. non la smette mai di parlare, dicendo che le manca la lucertolina che abbiamo ospitato per un paio di giorni e L. si ostina a fare le parole crociate chiedendo le definizioni ogni mezzo secondo.

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