mercoledì 22 dicembre 2010

Fanculo a tutti!

Ci siamo, ormai natale è alle porte. Oggi è l’ultimo giorno di scuola prima delle vacanze natalizie e, come un’amara beffa, anche il giorno che, con ogni probabilità, vedrà approvata quella riforma della scuola che sarebbe legittimo, quella sì, definire criminale.
Invece, secondo il gorverno, i criminali chi sarebbero? Gli studenti, i precari, i disoccupati, i terremotati, i sommersi dall’immondizia che hanno la sfacciataggine di scendere in piazza a dimostrare la speranza di un futuro che appare nero come il petrolio anche a chi, come me, ha intorno ai cinquant’anni.
È notizia di ieri, ma nota da tempo e, la fonte (Bankitalia), più che autorevole. Il 45 per cento della ricchezza in Italia è in mano al 10 per cento delle famiglie, con una disparità degna dei peggiori esponenti mondiali del cosiddetto capitalismo. E, cosa ancor più grave, è che i figli occuperanno nella stragrande maggioranza dei casi, la medesima posizione dei genitori; chi è di famiglia ricca si arricchirà sempre più, mentre chi è nato povero, con ogni probabilità rimarrà tale. 
Con buona pace del buon Gustavo Zagrebelsky che insiste convinto nell’affermare che non esistono caste in italia, ma giri: di amicizia, di interessi politici, economici eccetera.
So che una delle leggi fondamentali dell’economia che ogni grande imprenditore italiano ha sempre tacitamente seguito è questa. Ogni industriale ha sempre interesse, anche a scapito di una quota di profitto, di far sì che esista sempre una certa percentuale x di disoccupazione, perché questo gli fornisce un enorme potere contrattuale sui lavoratori.
Facile capire allora perché un fascista, capogruppo del partito di maggioranza che ha espresso un presidente del consiglio che altro non fa se non scopare di notte e dormire di giorno, come il peggiore degli studenti che tanto ama bacchettare, non trovi di meglio da dire ai genitori di tenere a casa i figli, giacché, nei cortei, è nota la presenza di potenziali assassini. Già, proprio come in 1984 di Orwell.
Varrebbe la pena, credo, tenersi sempre appuntate sulla scrivania, queste poche righe del, fortunatamente, scomparso ex presidente della repubblica e grande insabbiatore, Francesco Cossiga. Sono virgolettate perché sono le sue esatte parole:

"Bisogna infiltrare gli studenti con agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine, mettano a ferro e fuoco le città. Dopodiché, forti del consenso popolare, le forze dell'ordine non dovrebbero avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e picchiare a sangue anche quei docenti che li fomentano".

E allora, caro Saviano, di fronte a gente che ragiona così, a che serve la tua democrazia, la tua civiltà, il tuo predicare dal calduccio di un nascondiglio protetto e sicuro? Prima di fare la morale ai giovani bisogna mettersi sul loro stesso piano, scendere in piazza in mezzo a loro, prendere le manganellate dalle "forze dell'ordine", che saranno anche composte in maggioranza da giovani in cerca di un lavoro malpagato e pericoloso, ma non per questo sono autorizzate ad un uso della forza sproporzionato e fascista.
Non posso che augurarmi una impossibile e utopistica rivoluzione alla francese, ma ormai lo sfascio è totale, la corruzione dilagante, siamo al “si salvi chi può”. Appunto, chi può. E chi non può che fa?
Buon natale.

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