mercoledì 28 luglio 2010

E mo' basta!

Come e peggio che in un romanzo di Kafka, uno Stato che non ha saputo e voluto fornire nessun tipo di ammortizzatore sociale per alleviare le mie condizioni economiche, non trova di meglio da fare che continuare a beffarmi attraverso l’agenzia delle entrate.
Se non sbaglio, i controlli formali sulle dichiarazioni dei redditi dovrebbero essere svolti a campione, questo è quello che ho sempre saputo. Anche perché non credo sia possibile effettuarli ogni anno sulla totalità dei contribuenti.
Il fatto, che ormai è diventato certezza, è che il sottoscritto sia finito, non si sa come e perché, in qualche sorta di database dei contribuenti a cui rompere i coglioni ogni anno, anche se non ho prove per dimostrarlo.
Ne ho già parlato nel post del 17.06.2010 “La storia si ripete”.
È un dato di fatto che, dal 1998 al 2010, sono stato sottoposto nell’ordine a: 1) Compilazione obbligatoria, pena controllo automatico sull’attività svolta, di un questionario sulle piccole imprese e l’esercizio delle professioni; 2) Altro questionario a compilazione obbligatoria sugli studi di settore; 3) Avviso di accertamento e conseguente ricorso (vinto) contro l’agenzia delle entrate; 4) Richiesta di trasmissione di tutta la documentazione relativa a contributi previdenziali, spese sanitarie eccetera; 5) Nuova richiesta di documentazione relativa agli oneri deducibili; 6) Rettifica delle imposte versate per i redditi 2007. L’agenzia delle entrate ha ritenuto carente la documentazione relativa ai contributi sanitari di mia moglie con una richiesta di oltre 1.400 euro di tasse non versate, interessi, sanzioni e cazzi vari. 
La media è di una rogna ogni due anni.
Anche questa volta, come tutte le altre, le richieste dell’agenzia delle entrate si riveleranno infondate, pretestuose, cieche e arroganti. Ma mi manda in bestia il fatto che dovrò pagare, per l’ennesima volta, la commercialista per sbrogliare questa inutile perdita di tempo e soldi che si presenta puntuale a ogni vigilia delle ferie estive.
È davvero inconcepibile che questo incubo si presenti con una frequenza così esasperante, sempre sulle stesse cose e sempre con esiti a mio favore. Perché allora continuare a tormentare un contribuente che si rivela invariabilmente in regola con tutti gli adempimenti fiscali? Perché perdere il denaro dello stato per torturare uno che non ha mai dichiarato più di ottantamila euro lordi? Perché non perseguire chi le tasse non le ha mai pagate o chi, come la fiat e tutte le grandi aziende chiude invariabilmente i suoi bilanci con un pareggio se con una perdita? Ci avete mai fatto caso? Avete mai letto i bilanci che vengono pubblicati sui giornali?
Non posso davvero rispettare un sistema così marcio, sistematicamente cialtrone e ladro, che si ostina a essere inflessibile e arrogante con la gente onesta e così servile e corrotto verso i potenti. Come si può avere fiducia in un sistema che ci considera ladri per partito preso, le cui richieste sono quanto di più villano, ipocrita e ottuso un cittadino possa sopportare? 
Sono italiano, voglio vivere e lavorare in italia, voglio che il futuro dei miei figli sia in questo paese, ma non riconosco questo sistema, questo stato, questo modo di rapportarsi con i cittadini, sempre più sudditi e pecoroni.

2 commenti:

  1. Posso garantirti che non sei l'unico . Io ho addirittura una cartellina sul PC dal titolo :Persecuzioni, dove riporto , dopo averle scannerizzate, tutte le lettere dell'Agenzia delle Imposte . Nel mio caso la frequenza è annuale . Forse perchè sin da ragazzo ho avuto il virus dell'imprenditore e mi sono " fatto il mazzo " cercando di creare la mia indipendenza finanziaria .

    Primo di sei figli , mio padre unico sostegno della famiglia mi sono laureato in Ingegneria Elettronica con 110 e lode in quattro anni ed una sessione ( La media è di oltre sei anni ) Bravura ? Forse . Necessità di iniziare subito a lavorare , sicuramente . Mio padre si pensionava l'anno della mia laurea e non c'era tempo da perdere . A trenta anni ero già dirigente di Azienda . Poi in Italia le Aziede sono cominciate a sparire . Caduta del muro di Berlino , Tangentopoli , Seconda Repubblica . Ogni evento distruggeva posti di lavoro .

    Ho retto sino al 2005 . Dopo l'ennesima chiusura della ennesina Azienda dove lavoravo ho mandato tutti a quel paese e mi sono trasferito in Brasile . Si , in Brasile un paese da tutti considerato del 3° mondo . Lì ho capito che nel 3° mondo eravamo precipitati noi senza saperlo . Nel frattempo , con cadenza implacabile , continuano ad arrivarmi annualmente gli " auguri " dell'Agenzia delle Entrate . Spesso si tratta di lettere scatenate da eventi di 30 anni fa . dovute sempre a dimenticanze di commercialisti che , ad esempio , dopo aver chiuso la società hanno dimenticato di comunicarlo alla Camera di Commercio che oggi reclama la sua tangente annuale : dopo 30 anni !!!

    Alla fine ho capito anche il motivo di tanto accanimento : avevo sempre reagito alle varie lettere pagando anche se l'errore non era mio . Ho sempre preferito pagare piuttosto che rivolgermi alla giustizia cialtrona italiana .
    Allora ho capito cosa fare . Ho venduto tutto ciò che avevo in Italia , ho smesso di lavorare ( Questa è stata l'unica cosa in cui il Governo Italiano realmente mi ha aiutato ! )ed ho incominciato a vivere consumando quello che avevo costruito in trenta anni di lavoro prima che qualcunaltro si " mangiasse " i miei risparmi .

    Oggi , con reddito zero , non pago nemmeno più il ticket dei medicinali e con le lettere dell'Agenzia delle Entrate mi " pulisco il xxxx " Ora ho capito la saggezza che si nasconde nel vecchio proverbio napoletano : tre so e putient : O pap o re e chi nun ten nient " Tre sono i potenti : il papa , il re e chi non ha nulla !

    Ciao ed auguri da un naufrago che ha trovato la sua isoletta

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  2. Hai ragione, dovremmo smetterla di considerare “terzo mondo” paesi che forse avrebbero molto da insegnarci in fatto di democrazia e civiltà.
    Non credo che il Brasile sia propriamente il paradiso dell’uguaglianza, ma coi tempi che corrono, anche l’italia si appresta a diventare un cattivo esempio di disparità sociali e corruzione. Lasciamo perdere le connessioni fra stato e malavita, che ci porterebbero molto indietro nelle classifiche internazionali.
    Invidio il tuo coraggio: io, a quarantotto anni, con due figli che ormai si vanno costruendo la loro vita in Italia, moglie a carico, e nessun capitale da far fruttare anche dove il valore delle cose ha ancora un senso, non so più davvero dove sbattere la testa.
    Di crisi ne ho passate parecchie, ma questa volta ho delle responsabilità pesanti sulle spalle e la fine di questa crisi, non solo economica, ma di valori morali e civili, mi appare sempre più lontana.
    Il problema è che in Italia anche il “reddito zero” è fortemente penalizzato; sicuramente molto di più rispetto a chi ha guadagnato soldi a palate speculando e sfruttando le maglie che il fisco ha lasciato appositamente aperte a chi le conosce e le sa sfruttare.
    Anche per il lavoro più umile devi avere il tuo santo in paradiso e l’onestà non paga, e del resto non ha mai pagato.
    Hai fatto bene a goderti ciò che hai faticosamente guadagnato, lontano da un fisco iniquo, ottuso e cialtrone. Spero che un giorno anch’io possa ritrovare una Itaca degli onesti, in cui ladri, furbetti e zoccole saranno banditi a vita.

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