giovedì 3 giugno 2010

Festa o non festa?

Anche questo ponte è passato. Cinque giorni con moglie e figli non sono facili. C'è di buono che durante le feste il mio senso di colpa si affievolisce, forse perché so che la maggior parte della gente non lavora. O almeno così credevo. Ieri, festa della repubblica, sotto casa c'era il mercato come ogni qualunque mercoledì, quasi tutti i negozi, non solo in centro, erano aperti, nel condominio di fronte tagliavano l'erba del prato come niente fosse.
Non mi reputo un tradizionalista, ma che razza di festa nazionale è quella in cui tutti lavorano, fanno la spesa, girano per negozi? Sono sicuro che se chiedessi in giro cosa rappresenta il 2 giugno, ben pochi saprebbero rispondere.
Quando a Milano si usava ancora la parata militare, papà mi ci ha portato per un paio di volte. Mi ricordo i carri armati che facevano tremare l'asfalto e quel frastuono di metallo cigolante. Ricordo che, per il caldo e l'andatura troppo lenta, un carro cominciò a fumare dalle griglie del motore e il carrista prontamente spense il principio d'incendio con un piccolo estintore. Mio padre mi teneva la mano sulla spalla e sorrideva.

2 commenti:

  1. Ciao! Ho trovato il tuo blog da un intervento su Repubblica e ora me lo sto leggendo a poco a poco. Saro` banale, ma hai mai provato a cercare all'estero? Penso che avresti molte piu` soddisfazioni e per un po' potresti mantenere la tua famiglia da lontano.

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  2. Tanti consigliano questa strada. Confesso che da parte mia è una soluzione che non mi entusiasma molto e per vari motivi. Uno è che appartengo a quella generazione che a stento riesce a capire l'inglese, parlarlo poi! Un altro motivo è che, purtroppo, faccio parte di quella gente che soffre in maniera fisica l'ingiustizia di questa Italia. Perché, insomma, dovrei emigrare per avere ciò che è mio di diritto? Sono italiano, pago (tutte) le tasse, so fare il mio lavoro, perché diavolo non posso vivere dignitosamente nel mio paese? Ma forse avete ragione voi...

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