venerdì 4 giugno 2010

Le cinque fasi

Sono passati più o meno cinque mesi da quando il mio mondo è crollato. Come nel telefilm Dead Like Me ho passato le cinque fasi di questo rovescio. Un momento, lo so che queste cinque fasi legate all'elaborazione del lutto le ha teorizzate Elisabeth Kübler Ross, ma mi sembrava più simpatico riferirmi al telefilm.
La negazione. Non è possibile! È accaduto veramente, davvero ho perso il lavoro, come farò adesso?
La rabbia. Maledetto mafioso pelato! Se ti avessi fra le mani ti farei sputare tutta quella arroganza che hai.
La contrattazione o il patteggiamento. Ci ho provato. Altroché se ci ho provato. Avevo accettato buona parte delle clausole del suo contratto di merda, ma non c'è stato niente da fare. E sapete perché? A lui non fregava niente che io accettassi o meno, lui voleva solo liquidarmi perché avevo osato offendere la sua mascolina autorità col mio vaffanculo.
La depressione. Oh, quella la conosco bene, ce l'ho ancora addosso. Sto cercando di superarla, ma come la resina dei pini, non è facile toglierne tutte le tracce.
L'accettazione. Che fare altrimenti? Impazzire definitivamente, o farsi una ragione di tutto quanto e cercare di andare avanti?
Ma davvero ho superato tutto quanto? Il bello della teoria delle cinque fasi, è che ognuna di esse può ripresentarsi più volte e non è detto nello stesso ordine.
Per esempio, sento ancora l'irresistibile bisogno fisico di mettere le mani addosso a quel piccolo ometto presuntuoso. Mi prefiguro il mio pugno sul suo naso, il sangue che schizza come una fontana, il suo sguardo incredulo e terrorizzato. Vedo la sua testa pelata contro il muro che sbatte con un suono di legno. Sfondargli a calci milza, fegato e tutto il resto di quella merda che si ritrova in corpo mi darebbe un piacere fisico immenso. È normale?
Ciò che sicuramente sento come superati sono la negazione, la contrattazione e in piccola parte la depressione. Ma la rabbia, quella no, non riesco proprio a superarla. Come l'accettazione. Cosa dovrei accettare? Di essere stato trattato come una pezza? Come è possibile accettare mai un trauma del genere?
Fanculo anche la psichiatria e tutte le relative stronzate. L'unico metodo da usare in casi come questi sarebbe quello che mi ha raccontato Dorico, un anziano marchigiano di Ancona che ha fatto i soldi con le costruzioni.
"C'era uno che mi doveva dare dei soldi per un affare che avevamo fatto insieme - mi ha raccontato - e questo continuava a fare il furbo, mi diceva: adesso non ce li ho, ma se passi la settimana prossimo ti pago. Allora io gli ho detto: va bene, passo la settimana prossima. Sono passato da lui, era dentro il suo negozio, io sono entrato, ho tirato giù la saracinesca e gliene ho date così tante che lui piangendo chiedeva di smettere. Oh, il giorno dopo mi ha dato tutti i soldi e mi ha regalato pure un condizionatore!".

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