Mi hanno messo a dieta. No, L. mi ha messo a dieta. E io ho scelto di accettarla.
Saranno un paio di settimane o forse più che non vedo un piatto di pasta, e questa è la cosa che mi manca più di tutte. Del resto non me ne frega niente: carni, secondi, contorni, patate fritte. Ma la pasta - non quella primo prezzo, o barilla, o agnesi, che sono tutte fatte con grano che non si sa bene da dove venga - ma quella trafilata al bronzo, impastata con grano italiano, preferibilmente marchigiana o abruzzese, cotta come si deve e condita con sughi semplici come pomodoro e basilico, pesto o un buon ragù, quella sì, che manca da morire.
Adesso mangio solo verdure, frutta, un po' di ricotta, fesa di tacchino al forno, tonno al naturale. La morte dell'arte culinaria italiana.
La fame non mi dà più fastidio: solo la prima settimana è stata dura, lo stomaco gorgogliava come un subacqueo che sputa bolle, ma adesso non me ne accorgo quasi più. Mi pare solo che m'abbiano rubato qualcosa di prezioso, come un senso di vaga mancanza.
La parte più dura di tutta questa faccenda è mettersi davanti al piatto di pomodori e cipolle, conditi con poco olio, ancor meno sale e un po' d'origano, mentre, a fianco, i miei figli sembrano delle idrovore che lavorano senza sosta. In questi momenti devo ammettere di provare appena una punta di tristezza, ma mi consolo pensando che ogni tanto, magari la domenica o il sabato, posso strappare la regola con una pizza o un piatto di pasta. E che cazzo! Va bene la dieta, ma non voglio diventare uno di quei pazzi integralisti che credono che mangiare una pizza possa mandarti in coma. Anche se questo è ciò che pensa la ginecologa di L., che ha sviluppato una strana teoria sui cibi che non ho mai capito e non ho nessuna voglia di capire adesso. In poche parole, lei crede che alcuni cibi siano un terribile veleno per il nostro organismo. In particolare gli zuccheri, i cereali, le graminacee (grano), le patate, il maiale in tutte le sue (fantastiche) accezioni: prosciutto, salame, braciole, arrosto ecc., i crostacei e altre amenità.
La sua dieta, che lei definisce "dell'uomo delle caverne", è tutta a base di carne (no maiale), pesce, frutta e verdure, ed esclude totalmente tutto ciò che è a base di cereali e latticini. Su una cosa sono totalmente d'accordo con ciò che dice e che consigliava anche il vecchio pediatra dei miei figli, e cioè che, per dimagrire, non ci sono beveroni, pillole miracolose e barrette che tengano: non si deve mangiare. Questa è l'unica dieta sicura.
E devo dire che queste due o tre settimane di tortura, qualche risultato l'hanno prodotto. Quando passo davanti allo specchio, comincio a sentire meno la dicotomia fra ciò che mi sento di essere e la persona che vedo riflessa. Sono meno stanco, mi piego e mi abbasso senza fatica, mi pulisco il culo con più facilità; sarà anche prosaico, ma è la verità. Quindi questa volta ho deciso di proseguire fino a che lo specchio - e non la bilancia - rimetterà insieme la persona che abita dentro il mio corpo con l'immagine riflessa. Fino a che la farfalla e l'ippopotamo saranno di nuovo una cosa sola, qualcosa che assomigli finalmente a me.
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