La nostra dentista ha i capelli blu. Non come le vecchiette americane che girano per Miami con le capigliature leggermente virate all'azzurro o al rosa; sono proprio blu, come quelli di Gina Lollobrigida nei panni della fata turchina in Pinocchio, quello di Comencini. L'unica versione che valga la pena vedere.
Comunque, dicevo che la nostra dentista ha i capelli blu, ed è anche leggermente pazza.
Lo so che non c'è nulla di più inquietante di un dentista pazzo o, peggio ancora, nazista, come ne Il maratoneta. Però è al contempo estremamente gentile e, cosa indispensabile, ha mani molto piccole.
In verità non sono solo le mani ad essere piccole, ma tutta la persona: uno scricciolo di dentista. Peccato solo per i metodi antiquati o almeno così credo. Spesso sui giornali si legge di nuovi ritrovati fantascientifici come laser, o trapani ad acqua o a ultrasuoni, ma poi, non si sa come mai, il tuo dentista continua a usare trapani con punte intercambiabili per nulla piacevoli.
La mia sensazione è quella della solita presa per il culo, in cui, chi se lo può permettere, accede alle cure migliori e più moderne, e la massa, la plebaglia cafona, si accontenta di quello che c'è.
Non bisogna però farsi ingannare dalle apparenze, sotto quello scricciolo di dentista si nasconde un'anima complessa e inquieta. Da quando (lei) ha mollato il marito, gira a cavallo di moto di grossa cilindrata e spende gran parte delle sue notti in balere latinoamericane. Di giorno invece, alterna ad ogni visita la navigazione su facebook, un vizio da cui non riesce a staccarsi nemmeno sul lavoro.
A settembre dovrei andare a curare qualche dente e confesso di essere leggermente preoccupato. L'ultimo che mi ha curato non ha fatto una grande riuscita e mi fa più male di prima, tanto che da quella parte non riesco quasi a mangiare. Poco male, tanto sono a dieta e mi basta ruminare come una capra, o meglio, come un vecchio manzo imbolsito. La cosa insopportabile è però la sensibilità a tutto ciò che non è a temperatura ambiente, una vera tortura con questo caldo.
Mi consola l'editore siciliano col quale, per qualche strana alchimia, vado d'amore e d'accordo. Mi ha passato un altro lavoretto da chiudere entro la prossima settimana. Come si dice: meglio di un calcio nel culo.
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