È pazzesco, ma non raccontano niente di nuovo, o almeno niente più di quello che già sapeva mia nonna nata nel 1909, che ha visto sia gli austriaci della prima, che i tedeschi e gli americani della seconda guerra mondiale.
Una zelante giornalista di Repubblica, presa da ispirazione d’annunziana, decanta addirittura che: “...la magnolia centenaria di piazza XXIV maggio, che fino all’altro giorno era tetra e scura nella sua nudità, adesso si è ingentilita di foglie che la fanno sembrare leggera come una nuvola.” dimenticando forse che la magnolia è un sempreverde e quindi non si capisce come poteva essere, fino all’altro giorno, tetra e scura nella sua nudità.
Mia nonna aveva solo la terza elementare, ma che la magnolia non perdesse mai le foglie lo sapeva bene, eccome.
Ho come il sospetto che la redazione milanese del mio quotidiano preferito sia una specie di esposizione delle stupidità perdute o qualcosa del genere.
Ma non mi frega più di fare il Don Chisciotte, ho perso ogni interesse nel bacchettare l’ignoranza che alberga dove meno ce lo si aspetterebbe.
L’altro giorno per esempio, mia figlia che va in quinta elementare, in una verifica di storia, ha scritto più o meno che le matrone romane sfoggiavano fedi nuziali e compagnia bella. La maestra, giovane e laureata, ha corretto “nuziali” in “nunziali”. Forse pensando che le fedi derivassero il nome da una qualche Nunzia ante litteram, o dall'annunciazione, o chissà che.
Questo è il mondo in cui viviamo, queste le persone con cui dobbiamo confrontarci.
Ciliegina sulla torta, ho ricevuto il famoso opuscolo di Letizia Moratti che, non soddisfatta di spaventarci dai megaposter affissi in metropolitana, continua a perseguitarci anche all’interno delle nostre casette placide e tranquille. Ho così appreso dei “Cento progetti realizzati per una Milano sempre più bella da vivere”, in un crescendo delirante nel quale, spuntando come un Berlusconi in gonnella in centinaia di foto che la ritraggono ora in veste di scherzosa signora snob accanto a bambini, ora mentre pianta un albero e addirittura con in mano una pompa per la pulizia di quei volgarissimi graffiti che tolgono il sonno a ogni milanese che si rispetti, racconta panzane degne dell’ormai famoso libro con cui, qualche anno fa, già ci dilettò l’attuale presidente del consiglio. E sarà proprio lì, vicino al mitico libro, che finirà anche quest’ultima trovata del nostro sindaco; a futura memoria di quanto si divertano tutti quanti nel prenderci allegramente per il culo.
Ma la schifosa deformazione professionale mi ha spinto anche a scoprire chi ha progettato graficamente questo tristissimo libretto e mi sono così imbattuto in Gianni Comolli, grafico di fiducia di Berlusconi, che già progettava i manifesti elettorali del pdl nel 2006. Se lo cercate su Google non risultano più di tre pagine tre, tutte indistintamente legate al popolo delle libertà. A quanto pare, la carriera di questo valente professionista non è mai andata oltre i manifesti elettorali e gli opuscoli realizzati per il suo padrone e i di lui amici. Di Ivan Carella, l’altro grafico impegnato in quest’opera monumentale, preferisco non parlare, ma una rapida ricerca in rete rivelerà di che pasta è fatto.
Io che invece, come diceva Rambo, pilotavo giornali e riviste e collaboravo con le maggiori case editrici italiane, non riesco a portare a casa nemmeno un lurido giornaletto di settore.
È invidia la mia? Logico. Come è lapalissiano il fatto che ci sono persone che, pur non sapendo lavorare, si riempiono le tasche di soldi.
PS: tanto per restare in tema, l’opuscolo della Moratti è stato stampato dalla Tipografia Camuna. Buffo no?
L’altro giorno per esempio, mia figlia che va in quinta elementare, in una verifica di storia, ha scritto più o meno che le matrone romane sfoggiavano fedi nuziali e compagnia bella. La maestra, giovane e laureata, ha corretto “nuziali” in “nunziali”. Forse pensando che le fedi derivassero il nome da una qualche Nunzia ante litteram, o dall'annunciazione, o chissà che.
Questo è il mondo in cui viviamo, queste le persone con cui dobbiamo confrontarci.
Ciliegina sulla torta, ho ricevuto il famoso opuscolo di Letizia Moratti che, non soddisfatta di spaventarci dai megaposter affissi in metropolitana, continua a perseguitarci anche all’interno delle nostre casette placide e tranquille. Ho così appreso dei “Cento progetti realizzati per una Milano sempre più bella da vivere”, in un crescendo delirante nel quale, spuntando come un Berlusconi in gonnella in centinaia di foto che la ritraggono ora in veste di scherzosa signora snob accanto a bambini, ora mentre pianta un albero e addirittura con in mano una pompa per la pulizia di quei volgarissimi graffiti che tolgono il sonno a ogni milanese che si rispetti, racconta panzane degne dell’ormai famoso libro con cui, qualche anno fa, già ci dilettò l’attuale presidente del consiglio. E sarà proprio lì, vicino al mitico libro, che finirà anche quest’ultima trovata del nostro sindaco; a futura memoria di quanto si divertano tutti quanti nel prenderci allegramente per il culo.
Ma la schifosa deformazione professionale mi ha spinto anche a scoprire chi ha progettato graficamente questo tristissimo libretto e mi sono così imbattuto in Gianni Comolli, grafico di fiducia di Berlusconi, che già progettava i manifesti elettorali del pdl nel 2006. Se lo cercate su Google non risultano più di tre pagine tre, tutte indistintamente legate al popolo delle libertà. A quanto pare, la carriera di questo valente professionista non è mai andata oltre i manifesti elettorali e gli opuscoli realizzati per il suo padrone e i di lui amici. Di Ivan Carella, l’altro grafico impegnato in quest’opera monumentale, preferisco non parlare, ma una rapida ricerca in rete rivelerà di che pasta è fatto.
Io che invece, come diceva Rambo, pilotavo giornali e riviste e collaboravo con le maggiori case editrici italiane, non riesco a portare a casa nemmeno un lurido giornaletto di settore.
È invidia la mia? Logico. Come è lapalissiano il fatto che ci sono persone che, pur non sapendo lavorare, si riempiono le tasche di soldi.
PS: tanto per restare in tema, l’opuscolo della Moratti è stato stampato dalla Tipografia Camuna. Buffo no?
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