Per uno come me, nato nei primi anni sessanta, immaginare il duemila, il ventunesimo secolo, era un esercizio frequente e leggermente ansiogeno.
Prima del liceo, immaginavo anni così smisuratamente lontani, in termini di fantascienza. Ero affascinato da tutto ciò che mi permetteva di evadere da un mondo che in fondo non era nemmeno così brutto, e da tutti quei film che promettevano cose strabilianti, e in ansia per altri che, invece, disegnavano il futuro come qualcosa di terribilmente inquietante, o che avrebbe visto il genere umano sottomesso ad alieni crudeli, il cui unico scopo era ridurre il mondo a un’enorme dispensa alimentare.
Alcuni di questi film sono e rimarranno per sempre nella memoria come una sorta di pietra miliare sulla strada della mia vita; Il Pianeta Proibito (con l’incredibile robot Robbie); La Meteora Infernale; Radiazioni B.X.: Distruzione Uomo; A come Andromeda (lo sceneggiato con Paola Pitagora); Ultimatum alla Terra; La Guerra dei Mondi; Il Mostro della Laguna Nera; L’Invasione degli Ultracorpi; Blob, Fluido Mortale e tanti altri.
È incredibile pensare che quando sarò con un piede nella fossa, il mio pensiero sarà ancora in parte occupato da queste meraviglie adolescenziali, da questi sogni di bambino. Forse il mio è stato un modo per evedere: da piccolo, da una vita troppo regolata e un po’ soffocante, da adolescente, dagli impegni incombenti della vita adulta e ora, da una realtà con cui non riesco ad andare d’accordo.
Mano a mano che l’idea di duemila si faceva più verosimile e reale nel mio cervello, cominciai ad essere ossessionato da quei film sempre più vicini alla data fatidica, nella quale immaginavo un modo radicalmente diverso da quello in cui vivevo; futuribile, avveniristico, pacificato, razionale e finalmente libero da credenze ataviche e superstizioni medioevali.
1975: Occhi bianchi sul Pianeta Terra; 1997 Fuga da New York; 1999, Conquista della Terra; Spazio 1999; 2000: la Fine dell’Uomo; 2001: Odissea nello Spazio; 2002 La Seconda Odissea; 2010 l’Anno del Contatto; 2022: I Sopravvissuti.
Alcuni portavano messaggi positivi, ma altri, - a dispetto delle mie convinzioni - erano incredibilmente pessimisti, come per esempio 2022, nel quale il pianeta è devastato da inquinamento e sovrapopolazione.
Quelle date, una a una, sono state tutte raggiunte e superate, anche se con un vago senso di straniamento, e il mondo è peggiorato. Sì, va beh, abbiamo i telefoni cellulari, i computer, la tac. Ma il resto? Dove sono le auto volanti? Perché siamo ancora schiavi del denaro? Perché il mondo è ancora così ingiuto e le disparità sociali ancora più ampie? Perché si muore ancora di cancro soffrendo, a dispetto di terapie che potrebbero annullare il dolore? E soprattutto, perché la religione ci sta ributtando indietro di secoli a calci nel culo e spauracchi primordiali?
Almeno ho la soddisfazione di vedere com’è la mia faccia da quasi cinquantenne, e non mi sembra poi così diversa da prima. La barba è più bianca che scura, d’accordo, però i capelli, anche se più radi, resistono e sono ingrigiti solo un po’ sulle tempie, come Reed Richards dei Fantastici Quattro.
Ecco allora come sono, ecco com’è diventato quello che, a quattordici anni, pensava che nel 2011 sarebbe stato un vecchio decrepito, addirittura impossibile da immaginare.
Ma dentro, appena sotto i peli grigi e le occhiaie della mattina, sono sempre lo stesso. Non tale e quale perché sarebbe idiota pensare di rimanere sempre gli stessi, ma quello che è il nocciolo vitale, l’essenza primordiale, è sempre il medesimo di quel bambino che guardava Il Pianeta Proibito, affascinato oltre ogni immaginazione e anche spaventato da forze oscure provenienti dal profondo della nostra stessa anima, il lato oscuro che ognuno possiede.
Se il segreto che ogni americano vorrebbe vedere svelato prima di morire è: chi ha ucciso realmente il presidente Kennedy? Per me non sarebbe sapere chi ha abbattuto l’aereo su Ustica o ha messo la bomba alla stazione di Bologna - perché in realtà già lo so - ma se esiste una qualche altra forma di intelligenza nell’universo.
Personalmente penso di sì, ma credo anche che le distanze e le scale temporali siano così enormi che sarebbe come pretendere qualcosa di così statisticamente improbabile da essere virtualmente impossibile.
Eppure, questa sarebbe per me la vera e unica domanda a cui anelerei trovare la risposta prima di andarmene.
Probabilmente una notizia del genere provocherebbe uno shock culturale così devastante per ogni abitante di questo mondo, da renderlo, questa volta sì - altro che 11 settembre! - diverso per sempre. Credo proprio che questo sia ciò che ci manca per effettuare il prossimo salto culturale ed evolutivo.
Tornando coi piedi per terra, penso invece che anche i nostri rapporti con la Francia e gli editori francesi siano andati a scatafascio. Ho ricevuto notizie dalla segretaria dell’editore, la quale, dice che le nostre pagine sono state molto apprezzate dal punto di vista tecnico, ma che hanno sollevato pareri contrastanti per ciò che riguarda la parte creativa: alcuni favorevoli, altri contrari. Dice di avere pazienza per qualche giorno e che, entro la settimana, riceveremo una risposta definitiva.
Sono troppo sgamato - o pessimista - per non capire che anche questa volta abbiamo fatto un buco nell’acqua. Anzi, a questo punto comincio seriamente a domandarmi se siamo noi a non funzionare più come dovremmo, tanto che, anche se ho deliberatamente deciso di non allegare mai immagini a questo blog, sono davvero tentato di sottoporre al vostro giudizio i lavori che ci hanno portato a fallire così spesso in questi ultimi tempi.
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