In effetti mi domando perché continuo a servirmi di un commercialista a Limbiate. Anzi, veramente si tratta di una commercialista. Forse perché sono un abitudinario, o perché odio liquidare le persone, o perché il mio destino è quello di essere circondato da donne. Eppure è palesemente inefficace, incompetente e distratta. Passi per quando l'ho conosciuta, quasi quindici anni fa. Allora era attenta, precisa, anche se con poca intraprendenza. Almeno era carina; minuta, capelli scuri, occhi grigi, sorriso aperto.
La cosa più grave e di cui le faccio una colpa, è l'aver fatto trascorrere troppo tempo nell'analisi e nella formulazione di un'alternativa al famoso contratto del mafioso pelato. Forse, se fossi stato più tempestivo nella mia controproposta, le cose non sarebbero andate come sono andate, o forse non sarebbe cambiato nulla. Ma il dubbio rimane. Passi per le volte in cui dimenticava qualche F24, oppure non teneva conto dei miei crediti d'imposta, facendomi pagare anche quando avrei potuto farne a meno. E passi anche per le altre volte in cui non riesce a rispondere alle mie richieste.
Ieri però le ho posto un quesito molto semplice, almeno per un commercialista.
Vorrei vendere seriamente i miei quadri, quelli commerciali, che produrrò secondo il gusto corrente, quelli cioè, davanti ai quali le persone dicono: "Ma guarda che bel paesaggio, sembra una fotografia!". Per farlo ho pensato di richiedere un'autorizzazione per il commercio itinerante e piazzarmi con le mie opere alla festa della scuola, o nei mercatini un po' chic e cose del genere. Le scrivo esponendo l'idea e lei risponde che dovrei aprire un'altra partita iva, cciaa, pagare i contributi all'inps e altre incombenze che non ricordo. Dice anche che magari è possibile avere un permesso solo per fiere e similari, ma che per saperlo con certezza bisognerebbe sentire l'ufficio del commercio del comune di Milano.
Ma come? Sul modulo per la domanda sembra che la partita iva sia necessaria solo per le imprese, alle persone fisiche basta il codice fiscale. E poi non credo che tutti gli extracomunitari che richiedono il permesso abbiano anche il cciaa, qualunque cosa sia.
E poi che cosa te lo chiedo a fare se non sai mai un emerito cazzo e devo spiegarti sempre tutto io?" Insomma, questo genere di cose a chi si chiedono se non al commercialista?
Ecco, è questo il punto. Qualunque cosa le chieda, non è mai preparata, non sa quali sono gli obblighi da espletare, non è mai in grado di sciogliere i dubbi, di dare una risposta certa e definitiva.
Dice che si potrebbe far rientrare l'attività in una forma occasionale ma che è soggetta comunque a cciaa e che per l'inps forse si può ovviare se si è già iscritti ad altra forma previdenziale e bla, bla, bla.
È tutto un potrebbe, forse, bisognerebbe, sarebbe possibile, ma ciò che ne risulta è che ho le idee terribilmente confuse e non ho ancora capito se è una cosa fattibile o meno.
Forse devo davvero cambiare commercialista.
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