A volte ho come l'impressione che la situazione mi stia sfuggendo di mano, che la vita mi stia sfuggendo di mano.
Il lavoro che non c'è, la scuola di mia figlia, nella quale il pargoletto di un delinquente si permette di fare tutto ciò che gli passa per la testa perché il preside, dopo le minacce subite, ne teme il padre, l'altro mio figlio che pare dissociato; per lui a scuola va tutto bene, ma poi in pagella compaiono insufficienze inaspettate come un parente a pranzo.
Il mondo che va come va, e mi fa rimpiangere quelli che, per definizione, furono gli anni di piombo, gli anni bui, quasi fossero stati l'ennesimo medioevo ma che, invece, furono anche anni di solidarietà sociale, di partecipazione politica, di creatività, di giustizia, di minuscole rivoluzioni e anche di allegria.
"Basta la salute", si diceva una volta, e invece no, la salute da sola non basta. Serve anche la libertà, la dignità di mantenere la propria famiglia, di ottenere servizi efficienti, o almeno proporzionati alle tasse di chi, come me, ha sempre pagato fino all'ultimo centesimo (forse, se non fossi stato così onesto, oggi non mi troverei in questa situazione), serve una scuola che funzioni, con insegnanti volenterosi e una mensa decente. Serve anche la possibilità di coltivare le proprie inclinazioni naturali, i propri interessi, la cultura per noi stessi e i nostri figli.
No, non basta più solo la salute. Quella ce l'hanno anche le bestie, per noi occorre qualcosa d'altro, qualcosa che ci permetta di definirci uomini: libertà, dignità, servizi, cultura.
Ma oggi il mondo mi concede solo un po' di salute. Mica tanta, quella che basta per tirare avanti con molta fatica.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri commenti sono immediatamente pubblicati senza alcuna censura. Naturalmente vi esorto a osservare le elementari regole dell'educazione e del rispetto. I commenti che non osserveranno tali regole di civile convivenza verranno cancellati.