A volte ho il dubbio che mia moglie soffra della sindrome di Betty Blue.
Nel film francese del 1986, Betty si innamora di un ragazzo che conduce una vita piuttosto squallida, ma in fondo per lui soddisfacente. Durante il giorno si occupa, come factotum, della manutenzione di un villaggio balneare e, nel tempo libero, si dedica con passione alla scrittura.
Betty trova che gli scritti del suo ragazzo siano bellissimi e quindi cerca in tutti i modi un editore che li pubblichi. Com'è logico, non sarà un'impresa molto semplice, così Betty sprofonderà poco per volta in una disperazione sempre più profonda.
Ora lasciamo perdere la seconda parte del film, ma, nell'atteggiamento di mia moglie verso ciò che faccio, vedo una passione, una stima e forse anche un'ammirazione che mi lascia interdetto.
I casi sono tre: il primo è che mi prenda per il culo, ma lo scarto a priori perché sarebbe anche poco riguardoso nei suoi confronti. Il secondo, lascerebbe intendere che sono effettivamente bravo ma che non nutro la minima fiducia o stima nei confronti di me stesso e quindi vengo assalito da dubbi idioti. Nel terzo caso, potrebbe prospettarsi la sindrome di Betty Blue, ovvero mia moglie mi ama così tanto da pensare che qualunque cosa io faccia, pensi o dica sia geniale o, quanto meno, di gran valore artistico.
L'unica soluzione è aspettare. Se comincerà a perdere il controllo troppo spesso, o si dipingerà la faccia in modo strano, significa che dovrò cominciare a preoccuparmi.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
che bello!
RispondiEliminaleggendo il tuo post non posso fare a meno di inserire una citazione di Fabio Volo sul "LAvoro"...che rende bene secondo me l'idea di fondo di chi lavora senza stimoli.
E tua moglie, credo, possa dirsi appartenente al 2^ gruppo da te descritto.
"Il mio lavoro mi rendeva uguale a tutti gli altri. Non mi permetteva di esprimermi.
Ero sostituibile come un bullone di una macchina, e questo condizionava
tutti i miei rapporti. Perché poi la sera, quando tornavo a casa,
avevo voglia di stare con una persona che mi avesse scelto.
Volevo essere SCEL-TO! Volevo una persona che voleva me.
Una persona per la quale io non potevo essere sostituito da un giorno con l'altro.
Una persona che mi facesse sentire speciale. Diverso da tutti. Un individuo.
Una persona. Un principe azzurro"
Grazie OnMayOn, primo perché sei il primo utente che quest'anno ha postato un commento. Pensavo di essere in beata solitudine, invece vedo che c'è vita sulla terra!
RispondiEliminaE poi per la fiducia che mi accordi. Grazie davvero, la tua è stata una ventata fresca in questa puzza orribile che mi circonda.