lunedì 28 febbraio 2011

Fobie

Questa mattina seduta dal dentista grazie a una vecchia assicurazione medica che credo non potrò rinnovare. Almeno fintanto che le cose non cambieranno.
Bene, se non fosse che il dentista è la mia peggior fobia. Non solo l’idea del dentista mi atterrisce a morte, ma anche il sentire i denti in bocca mi crea disagio. Non sopporto nemmeno che altri parlino di denti o dentisti e tantomeno riesco a vedere film o telefilm in cui qualcuno va dal dentista o parla di denti.
Il Maratoneta, per esempio, è un film che riesco a guardare solo se so di non avere nemmeno una carie, e comunque la scena in cui Lawrence Olivier tortura Dustin Hoffman mi mette non poco a disagio. Denti di Salvatores non l’ho mai voluto vedere e, visto che le liste piacciono così tanto, vogliamo aggiungerci The Dentist di Brian Yuzna, La Piccola Bottega degli Orrori di Frank Oz, Tom Hanks in Castaway quando si estrae un dente con la lama di un pattino da ghiaccio, o la comica di Mister Bean nella quale si trapana e stucca i denti da solo?
Ho pensato molte volte al perché di questa irrefrenabile fobia e forse, scavando nei ricordi, penso di poterla attribuire con una certa sicurezza a quando avevo sette otto anni e mio padre, quasi tutte le sere, mi faceva sedere sulle sue ginocchia, mi immobilizzava le braccia e, con un fazzoletto di cotone bianco, mi allargava i canini inferiori a forza di muscoli. E mio padre di muscoli ne aveva mica da ridere. 
Ricordo ancora l’angoscia di questa operazione, i fazzoletti immacolati macchiati dal mio sangue e mia madre, seduta nella poltrona di fronte, che sovrintendeva.
Certi ricordi andrebbero cancellati, ma non è facile. Chissà perché sono sempre queste cose traumatiche a perseguitarci tutta la vita, mentre quelle piacevoli sono sempre così rare e difficili da far affiorare alla memoria.
È facile dire che si deve vivere nel presente e non indulgere in ricordi, belli o brutti che siano. Ma è anche vero che sono il frutto delle nostre esperienze di vita. E allora, negare i ricordi non sarebbe come negare sé stessi?
PS: il prossimo appuntamento è per mercoledì.

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