È un periodo in cui è inutile sperare. La speranza è morta come stiamo morendo lentamente tutti quanti, imprigionati in un paese in declino, insieme ai valori del capitalismo e di un consumismo che è ormai un fatto vecchio e superato.
Capire che le cose non possono più continuare a essere come prima, che non è possibile continuare a vendere automobili indefinitamente, che non si possono creare bisogni inutili per persone che non possono permetterseli, è abbastanza facile.
Qualche anno dopo l’uscita dei primi telefoni cellulari - carissimi da comprare e con telefonate che costavano anche mille lire al minuto - vedevo persone che chiedevano prestiti in banca o pagamenti rateali pur di possedere un oggetto completamente inutile rispetto ai loro bisogni; sapevano a stento parlare un italiano comprensibile, eppure tutta la famiglia accompagnava l’evento dell’acquisto del nuovo feticcio, del totem della comunicazione, come una volta decideva l’acquisto della nuova camera da letto o la cucina.
Forse è la mia posizione che mi permette di realizzare prima di altri che siamo sull’orlo del burrone, un piede già proteso nel vuoto, il brecciolino che cade di sotto, mentre da dietro, continuano a spingerci allegramente: “Comprate, connettetevi, l’auto nuova ogni tre anni, il telefono che fa tutto ma che non sappiamo far funzionare, la televisione 3d, la scarpa che respira, il dolcetto che ti uccide di colesterolo, l’orologio che se non ce l’hai sei una merda, vecchie costrette a vestirsi da lolite, ragazzine costrette a dare di sé l’immagine di una troia navigata, uomini che non sanno accettare di perdere i capelli”.
Sì, sono incazzato, inutile nasconderlo. Incazzato e scoraggiato. Perché il bresciano che è venuto a farci visita ieri, non ha fatto altro che promozionare i servizi di stampa della sua azienda. Che stupido! E io che credevo avesse intenzione di farci collaborare in qualche modo.
Ora non posso fare altro che lavorare gratis per l’ex direttore, sperando che i suoi progetti vengano prima o poi approvati da qualche editore.
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