La giornata comincia sempre con le migliori intenzioni: finire i quadri in sospeso e iniziarne altri (le idee ci sarebbero), pensare a nuove forme promozionali per trovare lavoro, fare un po' di attività fisica, magari mettersi a dieta - come se in due mesi potessi rimodellare questo aspetto da larva australiana - e invece finisce che mi rincoglionisco davanti a questo maledetto computer per buona parte della giornata. Prima il blog, che non decolla neanche a calci in culo, poi uno sguardo alle notizie e qualche video curioso, la posta che annovera al massimo tre o quattro messaggi al giorno di cui almeno tre sono spam, lo ammetto, anche un'occhiatina a qualche sito porno, un panino a mezzogiorno, un sigaro e buona parte della giornata se n'è andata. Poi rientra mia moglie con il lavoro che non è riuscita a fare e che, naturalmente, finisco io, così, per uno stipendio part-time, lavoriamo in due, poi torna da scuola il più grande che, dopo essersi abbuffato al bar del liceo, alle tre del pomeriggio pretende di mangiare di nuovo, e alle quattro e mezza arriva anche la piccola, con le sue innumerevoli domande e la bocca che non la smette mai di parlare.
Per me la pace e la concentrazione per pensare a qualcosa durano l'arco di non più di tre ore, poi è il caos, l'anarchia, inquinamento acustico, favori continui fra moglie e figli.
Mi sto perdendo, non riesco a ottimizzare il mio tempo ma, soprattutto, la mia volontà. Meno faccio e più il tempo vola, ore, giorni, settimane, mesi. La mia tragedia lavorativa si è consumata a dicembre e ormai siamo in giugno. A parte preventivi a fondo perso, non ho battuto chiodo e le prospettive sono quanto mai nebbiose. L'arte, a essere onesto, un po' mi ha deluso. Pensavo di fare determinate cose e invece ne scaturiscono altre che non so ancora se e quanto mi piacciano realmente e quale favore potrebbero riscontrare.
Questa sera ci dobbiamo anche sorbire l'autoinvito di una vecchia amica che approfitta della vicinanza del suo dentista per venirci a trovare alle ore più impensate. Non c'è dubbio che sia una brava ragazza, ma non comprende gli impegni e le scale di valori di persone sposate e con figli. Pensa che il massimo impegno della vita sia accudire il suo grasso gatto e che la più grande preoccupazione che si possa provare è quando la bestiolina si ammala, o dove metterlo quando va in vacanza in qualche luogo molto di moda fra quelli di sinistra, più comunemente conosciuti come ci'chezz.
Anche la famiglia del "lungo" rientra nella categoria: ascoltano solo musica di un certo tipo, frequentano gente di un certo tipo, guardano film di un certo tipo, leggono (quando leggono) libri di un certo tipo e potrei andare avanti all'infinito. Sono in pratica gli stereotipi di come ci si immagina un certo tipo di persone. Tanto per fare un esempio elementare, è come se considerassero solo ciò che è rosso, trascurando e ignorando volutamente tutto ciò che è verde, giallo, blu, o di qualsiasi altro colore. Un po' come essere rimasti alla tv in bianco e nero e far finta di non sapere che invece il mondo è a colori.
A proposito, sono quasi certo che legga questo blog, perché la sera del mio compleanno ho ricevuto una sua telefonata. Mentre preparava da mangiare, mi ha fatto gli auguri, promettendo di richiamarmi dal lavoro. Sono passati tredici giorni, ma non l'ho più risentito. Come vedi, amico mio, la tua buona azione non è servita a tenermi buono, ma sappi che, anche se posso apparire acido o risentito, mi sono sempre comportato con onestà (anche con il "corto") e vi voglio bene.
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