Che pensavo di svelare i segreti della comunicazione; segreti che avrebbero sbalordito le persone comuni. Io che credevo di sputtanare il mafioso pelato e tutti gli altri parassiti che vivono ai bordi del mondo dorato, quello fatto di tanti soldi di bella gente, feste, coca e compagnia bella. Io, quello che diceva: “Appena il pelato mi vuole inculare gli metto in piedi una causa che lo faccio piangere per tutta la vita”. Pensavo di valere qualcosa, di avere qualcosa da dire, di sfruttare la mia esperienza per migliorare la situazione in breve tempo.
Ero sempre io quello che diceva: “Beh, meglio così, perché il mafioso e tutti i suoi leccamenti di piedi, le sue brillanti idee per campare sulla presunzione altrui, mi hanno dato la nausea".
Quello che pensava di suonare e invece è stato suonato. Quello che, come diceva er monnezza: “È come er cane Mustafà, che la pigliava in der culo e pensava de scopà”.
Quello che, malgrado si leggesse tutte le sere Sun Tzu e la sua arte della guerra, ha perso invariabilmente tutte le battaglie. Niente lavoro, niente con il blog, niente con l’arte, niente nemmeno con i concorsi fotografici.
E tanto per chiudere in bellezza, a fine ottobre anche mia moglie tornerà a spasso.
Almeno l'operazione di mia madre è andata bene, e oggi è il compleanno di E. quindi ci penserò un'altra volta.
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