lunedì 2 agosto 2010

Boh

Siamo partiti da Milano con la sensazione di evadere da una prigione a cielo aperto, come in 1997 fuga da New York o, volendo essere più raffinati, La fuga di Logan.
Una città che, col tempo, si è trasformata in una macchina micidiale che distrugge tutti quelli che non riescono a soddisfare gli standard che richiede vivere in questo luogo. Una giostra folle che sbalza fuori chiunque non sappia dedicarle tutte le proprie energie. Una macchina da soldi, cemento a perdita d’occhio sotto un cielo bianco e indifferente.
Ma poco per volta, mano a mano che ci si allontana dal mostro, cambiano anche il paesaggio e il colore del cielo. I chilometri da fare sono davvero tanti prima di ricordare l’aspetto della natura ormai addomesticata con la quale abbiamo perso ogni contatto. Riscopro l’azzurro del cielo e le infinite tonalità che può avere il verde. E la sola vista di uno spicchio di mare fa scordare ogni mirabolante invenzione della tecnica tesa a imitare ciò che non potrà mai.
Cercherò di non pensare a quanto costerà in termini economici questa vacanza, non mi farò sopraffare dal senso di colpa, né dal confonto con chi si diverte spensierato perché sa che troverà un futuro al suo ritorno. Penserò ai miei figli, a farli divertire, ai benefici che questo mese di mare porterà in termini di salute e di decompressione psicologica. Non posso fare altro.

2 commenti:

  1. 1 mese di mare??? GULP :)

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  2. Sembra un controsenso vero? Ma dopo aver visto mio figlio in preda a una sinusite purulenta, con la febbre a quaranta per quasi dieci giorni e non poter fare niente per aiutarlo, se non spendere pacchi di soldi in medici e medicine, sono più che felice di dare fondo agli ultimi risparmi per evitare che si possa ripetere una cosa del genere.
    I soldi vanno e vengono, ma la salute dei figli è una sola e non posso pensare che per colpa mia si debba ripetere un'esperienza così dolorosa.

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