Bussano alla porta, è Alina, la moglie di Dorico. Cammina con due bastoni perché ha la schiena messa male, ma così male che la notte non riesce a dormire. Dice che è appena venuto il dottore a visitarla, che si deve mettere un cerotto antidolorifico sulla schiena, che deve fare movimento, che deve dimagrire perché è troppo pesante e non va bene per le ossa.
Chiede se, quando passiamo dal supermercato, le possiamo comprare un rotolo di cerotto perché altrimenti non riesce a far stare attaccato quello antidolorifico. Dico che va bene, che se non ci si aiuta fra vicini, allora a chi si dovrebbe chiedere una mano?
Mia moglie glielo porta a casa: c’è anche Dorico che le dice: “L’hai visto el viulino? Appena mia nuora viene col coltello, te ne do un pochetto”.
Il viulino è un bel prosciutto intero. Ogni anno se lo fa preparare da un amico sua, è fatto come si deve: “Mica come quelli che se comprano al supermercato, che fanno schifo”.
E infatti, l’indomani, Alina si presenta con un bel piatto di prosciutto.
“È bono, solo un po’ saporitino”. Poi chiede se le possiamo comprare un rotolo di pellicola per alimenti. Va bene, tanto al supermercato ci andiamo tutti i giorni, che sarà mai?
Salgo con la spesa e il domopak. Nel frattempo, Alina è da un po’ che chiacchiera con mia moglie. Le dice che Dorico vorrebbe tanto qualche pizzetta. Ma non quelle del bar qui di fronte perché, secondo lui: “Nun le fanno bene, so’ sporchi”.
“Ma come - dico io - se ci vanno a mangiare tutti i giorni!”. Ma lei mi spiega che il ristorante non ha la stessa gestione del bar e, a proposito di pizze, che Alina le ha raccontato di quando Dorico ha chiesto al ragazzo che gli porta il pranzo se gli andava a prendere una pizzetta al super. Quello ci è andato ma erano finite. Allora Dorico gli dice di provare alla Rosa dei venti, che è un bar poco più avanti. Il ragazzo va anche lì, ma le hanno finite. Torna a dirglielo, Dorico ci rimane male, gli dice di farsi fare una pizza da Luciano: metà rosmarino e metà cipolla. Quello allora ci va, si fa fare la pizza e gliela porta.
“Allora poi quella gli è piaciuta?" chiede mia moglie.
“Macché - dice Alina - siccome secondo lui sotto era un po’ bruciata, alla fine l’ha buttata via”.
E va beh, prendiamo anche ‘ste pizzette. “Ah - dice mia moglie - vorrebbe anche un pezzo di elastico per le mutande”.
Ma come, con tutte le bandanti che vanno e vengono, quella che gli fa il bagno, quell’altra che gli lava e gli stira, tutti gli amici che lo salutano ogni volta che passano qui sotto, ma proprio a noi devono chiedere continuamente queste commissioni?
Lo sapevo io che non dovevamo attaccare bottone con questi. L’anno scorso poco ci mancava che ci svegliassero nel cuore della notte perché Dorico c’aveva la sciatica. Meno male che poi hanno chiamato l’ambulanza.
Ma non dovevano fare un po’ di movimento? Il super sarà sì e no a un centinaio di metri, forse anche meno. A me pare che l’unica ginnastica che fanno un paio di volte alla settimana, consiste nel scendere le scale, attraversare la strada e sedersi al ristorante per almeno tre ore.
A parte ieri sera, quando abbiamo incrociato Dorico sul ballatoio. Era in pigiama. Mia moglie chiede se si sta preparando per andare a dormire. “Macchè - risponde lui - me sono appena alzato. Ho fatto el pisolino, mò sento du cazzate che me dice mi moje, poi vado al bar a vedè la partita de Milan-Juventus. Io tengo al Milan, perché me piace tenè alle squadre che uincono. Mi ricordo ancora quando è caduto l’aereo del Turino nel ‘49. Stauo in autostrada che andauo a lavorà e me so messo a piagnere in macchina da solo”.
Che gli vuoi dire?
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