Penso gli piglierà un accidente: come condizioni per la cessione, ho preteso il pagamento immediato di tutte le partite aperte e cinquemila euro.
In fondo, cos'ho da perdere? Se accettasse, sarebbe la giusta fine del nostro rapporto lavorativo; se non accetta, chissenefrega. Vorrà dire che incasserò i miei crediti come al solito: sessanta-giorni-fine-mese, che è un modo elegante di pagare oltre i novanta giorni.
Una cosa è certa: se non sgancia, non vedrà nemmeno l'ombra di una gabbia.
Spero solo che sia davvero l'ultimo atto di questa farsa che dura ormai da quasi tre mesi. Sentire il nome del mafioso pelato o della sua azienda mi fa vomitare. Non parliamo poi di tutta la schiera di gentaglia con cui ho avuto a che fare. Specialmente i responsabili di testata che, non solo non hanno dimostrato un minimo di solidarietà, ma travestendosi da falsi amici e sparlando del mafioso a più non posso, hanno condotto un doppio gioco davvero nauseante.
Forse non sarò molto sveglio, ma di sicuro la mia memoria è pari a quella di un elefante e, prima o poi, troverò certamente il modo per sdebitarmi con tutta questa gente.
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