Ho passato centinaia di ore in camere oscure maleodoranti, ho appiccicato strisciate di testo con la cow gum su esecutivi realizzati con squadre e rapidograph, mi sono rovinato la vista sui tavoli luminosi e tagliato le dita coi bisturi, ho imparato a usare i macintosh, i programmi di grafica vettoriale, di fotoritocco, di impaginazione, ho speso piccole fortune in hardware che però ho sempre ripagato col mio lavoro.
Mi posso vantare di non aver mai leccato il culo a nessuno, di non essere stato raccomandato da uno zio prete o maresciallo della finanza, con la politica poi, l’unica occasione in cui ci ho avuto a che fare è stato quando, durante il mio primo vero lavoro, abbiamo realizzato i manifesti elettorali per un industrialotto della bassa che si voleva candidare a non so più che cosa. Naturalmente è stato trombato e la cosa è finità lì.
Non è come fare l’impiegato o il commesso; ogni lavoro, ogni cosa che inventi, ogni nuovo cliente, è come un esame da sostenere, con lo stesso stress, la stessa irrequietudine, la stessa insicurezza che attanaglia lo stomaco tutte le sante volte.
Col tempo ho scoperto di non essere quel “grande bluff” che credevo, quella bella scatola vuota che si riempiva solo con la farina altrui, sono riuscito a liberarmi del cilicio psicologico che mia madre aveva costruito in tanti anni e ho cominciato ad acquisire quella fiducia che mi ha portato sempre avanti con soddisfazione.
Ma questo è un periodo in cui gli esami sono più numerosi che in passato. Sarà perché nessuno si fida più di nessuno, sarà perché, prima di spendere i soldi, si vuole già vedere il cammello, che ne so. Fatto stà che si lavora in gara; chi presenta il progetto migliore, chi è il più economico, sarà il vincitore.
Per questo continuo a combattere, ad affrontare ogni occasione col massimo impegno, perché per me, per la mia famiglia, vincere una delle gare per cui stiamo perdendo il sonno, significa tornare a vivere, mangiare, andare in vacanza, assurgere nuovamente a esseri umani.
Non è come fare l’impiegato o il commesso; ogni lavoro, ogni cosa che inventi, ogni nuovo cliente, è come un esame da sostenere, con lo stesso stress, la stessa irrequietudine, la stessa insicurezza che attanaglia lo stomaco tutte le sante volte.
Col tempo ho scoperto di non essere quel “grande bluff” che credevo, quella bella scatola vuota che si riempiva solo con la farina altrui, sono riuscito a liberarmi del cilicio psicologico che mia madre aveva costruito in tanti anni e ho cominciato ad acquisire quella fiducia che mi ha portato sempre avanti con soddisfazione.
Ma questo è un periodo in cui gli esami sono più numerosi che in passato. Sarà perché nessuno si fida più di nessuno, sarà perché, prima di spendere i soldi, si vuole già vedere il cammello, che ne so. Fatto stà che si lavora in gara; chi presenta il progetto migliore, chi è il più economico, sarà il vincitore.
Per questo continuo a combattere, ad affrontare ogni occasione col massimo impegno, perché per me, per la mia famiglia, vincere una delle gare per cui stiamo perdendo il sonno, significa tornare a vivere, mangiare, andare in vacanza, assurgere nuovamente a esseri umani.
PS: vediamo chi si accorge della citazione nel titolo...
Corri ragazzo corri , libro di Orlev Uri che racconta la storia vera di un ragazzo ebreo in fuga da Varsavia : Yoram Friedman .
RispondiEliminaBella risposta! Senz'altro più colta della citazione (peraltro leggermente imprecisa). Quindi direi che meriti sicuramente il premio come vincitore e unico partecipante al quiz.
RispondiEliminaPerò la mia citazione era meno colta. Si trattava della contrazione della prima strofa del testo del pezzo degli Area "L'elefante bianco" tratto da Crac del 1973. Eccolo.
Corri forte ragazzo, corri
la gente dice sei stato tu
ombre bianche, vecchi poteri
il mondo compran senza pudore
vecchie immagini, santi stupidi
tutto lascian così com'è
guarda avanti non ci pensare
la storia viaggia insieme a te
Corri forte ragazzo corri
la gente dice sei stato tu
prendi tutto non ti fermare
il fuoco brucia la tua virtù
alza il pugno senza tremare
guarda in viso la tua realtà
guarda avanti non ci pensare
la storia viaggia insieme a te
Impara a leggere le cose intorno a te
finché non se ne scoprirà la realtà
districar le regole che
non ci funzionan più per spezzar
poi tutto ciò con radicalità.