Una volta, un presidente americano diceva: “Non domandatevi cosa possono fare gli Stati Uniti per voi, ma cosa potete fare voi per gli Stati Uniti”.
Bene, io credo di aver fatto per il mio paese tutto ciò che un buon cittadino deve e può fare. A questo punto mi chiedo: “Adesso cosa può fare per me il mio paese?”.
La risposta è molto semplice: “Un emerito cazzo”.
Perché lo stato continua implacabile a riscuotere anche l’ultima lira di tasse, mentre quando chiedo un aiuto qualsiasi, nessuno risponde? È forse questa l’idea di democrazia che dovrei insegnare ai miei figli?
Tahar Ben Jelloun scrive sulla Repubblica di ieri: “Il nostro tempo è dalla parte dei furfanti, degli impostori, dei corrotti e corruttori, degli usurpatori e falsari, di chi è diventato potente grazie al denaro facile, e non con la virtù umanitaria. [...] Gli uomini si vendono e si possono comprare; si compra il loro voto, la loro coscienza, il loro senso morale, di cui volontariamente si spogliano, perché così stanno le cose: il Bene, il Diritto, la Giustizia non rendono più, sono disdicevoli in un mondo dove ogni giorno la brutalità colpisce i più indifesi”.
Poi esorta a tenere la schiena dritta e a combattere il demonio che alberga innanzitutto dentro l’uomo eccetera.
Io l’ho fatto, ho tenuto la schiena dritta, ho combattuto il demonio che mi esortava alla violenza alla rabbia, all’intolleranza. Ma a che mi serve avere la schiena dritta se non ho un lavoro per mantenere i miei figli? Come posso insegnare loro che l’onestà, la rettitudine, la morale sono valori a cui mai e poi mai si deve rinunciare e, allo stesso tempo, proporre il mio esempio: quello di un uomo che per seguire la coscienza e i principi di giustizia e libertà si ritrova col culo per terra?
Ma quali buoni propositi per il nuovo anno! Quale rettitudine, quale onestà! Ecco a cosa mi hanno portato. Vivere una vita onesta cercando di far crescere me stesso, la mia famiglia e il mio paese (e non lo scrivo a caso con la p minuscola) sono serviti soltanto a ritrovarmi, alla porta dei cinquant’anni, con un pugno di mosche in mano e tante prese per il culo.
Perché lo stato continua implacabile a riscuotere anche l’ultima lira di tasse, mentre quando chiedo un aiuto qualsiasi, nessuno risponde? È forse questa l’idea di democrazia che dovrei insegnare ai miei figli?
Tahar Ben Jelloun scrive sulla Repubblica di ieri: “Il nostro tempo è dalla parte dei furfanti, degli impostori, dei corrotti e corruttori, degli usurpatori e falsari, di chi è diventato potente grazie al denaro facile, e non con la virtù umanitaria. [...] Gli uomini si vendono e si possono comprare; si compra il loro voto, la loro coscienza, il loro senso morale, di cui volontariamente si spogliano, perché così stanno le cose: il Bene, il Diritto, la Giustizia non rendono più, sono disdicevoli in un mondo dove ogni giorno la brutalità colpisce i più indifesi”.
Poi esorta a tenere la schiena dritta e a combattere il demonio che alberga innanzitutto dentro l’uomo eccetera.
Io l’ho fatto, ho tenuto la schiena dritta, ho combattuto il demonio che mi esortava alla violenza alla rabbia, all’intolleranza. Ma a che mi serve avere la schiena dritta se non ho un lavoro per mantenere i miei figli? Come posso insegnare loro che l’onestà, la rettitudine, la morale sono valori a cui mai e poi mai si deve rinunciare e, allo stesso tempo, proporre il mio esempio: quello di un uomo che per seguire la coscienza e i principi di giustizia e libertà si ritrova col culo per terra?
Ma quali buoni propositi per il nuovo anno! Quale rettitudine, quale onestà! Ecco a cosa mi hanno portato. Vivere una vita onesta cercando di far crescere me stesso, la mia famiglia e il mio paese (e non lo scrivo a caso con la p minuscola) sono serviti soltanto a ritrovarmi, alla porta dei cinquant’anni, con un pugno di mosche in mano e tante prese per il culo.
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