Sempre meglio di questo blog che, nel 2010, ha registrato una percentuale di commenti pari allo 0%.
Direi che c'è da essere ottimisti.
Oggi abbiamo scoccato le ultime frecce, contattando un paio di vecchie conoscenze.
La prima, figlia di un affermato art director, lavora nell'ambito dei cataloghi d'arte e, in questo momento, si trova in cassa integrazione. Una condizione che a me sembrerebbe già una cuccagna. Anche lei si sta scervellando per inventarsi qualcosa, ma senza risultati.
La seconda occupava un posto di prestigio in un'importantissima casa editrice americana di fumetti (chissà quale? Mah). Se n'è andata perché, dice, si lavorava troppo e si guadagnava poco. Ora è manager in un'altra grande casa editrice di Novara, nella quale si occupa dei rapporti con l'estero. Anche qui, a suo dire, è crisi nera, cassa integrazione, licenziamenti e collaborazioni tagliate.
Che dire? Mi pare tiri una gran brutta aria. Ma allora, tutta questa gente che si lamenta di non avere lavoro, come diavolo campa? Da dove li tira fuori i soldi?
Forse è una questione di metri, nel senso di strumenti di misura, di paragone. Quello che per qualcuno è niente, per altri potrebbe essere molto.
Mi spiego: se un ex direttore di giornale percepisce una pensione superiore ai cinquemila euro e, negli ultimi anni, ne ha incassati almeno altri quattro milioni in benefit ecc., dice che il lavoro "va che è una merda" perché non arrotonda con altri tre o quattromila euro, non è la stessa cosa di quando lo dico io. Lui mangia, va in vacanza nelle sue case in campagna o al mare, mantiene i figli e la moglie e si lamenta perché, forse, quest'anno non potrà cambiare l'automobile. Io, quando dico che va una merda, significa che fra qualche mese, finiti i soldi delle ultime fatture incassate, non so come farò a mangiare, pagare le spese condominiali e tutto il resto.
D'altronde anche il mafioso pelato si lamentava, una delle ultime volte in cui abbiamo parlato, che, secondo i calcoli dell'ordine dei giornalisti, avrebbe percepito solo milleseicento euro di pensione. "Che ci faccio con milleseicento euro? Non ci compro neanche le sigarette!" ha detto. Ecco quindi nuovamente la questione dei metri: a lui quei soldi non basterebbero per le sigarette; io invece mi toglierei un gran peso dallo stomaco.
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