Durante gli ormai oltre vent'anni di lavoro, ho perso tanti clienti, trovandone altri, come in un karma senza fine. Non sempre erano migliori dei precedenti, altre volte sì.
Ma ora è tutto diverso: non funziona il passaparola, niente risposte alle mail promozionali, il sito non serve a niente e, tanto meno, il profilo su facebook e linkedin.
Quindi comincio a pensare al razionamento. Cerchiamo di spendere meno con i generi alimentari: meno carni rosse (care come il fuoco), ma tacchino, pollo, maiale. Così come per gli affettati: le confezioni piccole, quelle che di solito usavamo per preparare la merenda ai bambini, sono proporzionalmente molto più care. Rifuggiamo dalle marche note, e scegliamo prodotti a marchio Esselunga (che sono comunque ottimi). Almeno la pasta però, deve essere di qualità: De Cecco o Voiello. E poi approfittiamo il più possibile dei vari tre per due, o dei prezzi corti.
Ma queste sono cose che abbiamo già sentito e risentito milioni di volte.
Quello che mi è più difficile accettare, è il risparmio sulla cultura; libri, cd, film, mostre, qualche oggetto.
E poi, dopo la rinuncia forzata alla solita settimana al mare per natale e, probabilmente, anche a quella di pasqua, comincio a preoccuparmi per le vacanze estive. Eppure, con due figli allergici e intossicati dalle polveri sottili, è una cosa a cui non possiamo rinunciare. Come disse Pio VII all'ufficiale napoleonico che gli intimava di cedere alla Francia gli stati pontifici: "Non vogliamo, non possiamo, non dobbiamo".
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