La Repubblica di venerdì 28 settembre 2007, pagina 46 della cultura.
Un'intera mezza pagina è dedicata all'anticipazione del libro di Giampaolo Pansa (firma storica de La Repubblica) I gendarmi della memoria, Sperling & Kupfer 2007.
In fondo è normale che il quotidiano per il quale scrive uno fra i più noti giornalisti italiani, gli dedichi uno spazio in concomitanza con l'uscita del suo nuovo libro.
Meno comprensibile è l'argomento del libro; il distico dell'articolo recita così: "I gendarmi della memoria, racconta il contrastato successo del precedente La grande bugia: gli attacchi, le contestazioni, le reticenze".
Credo che nessuno scrittore sia mai stato tanto megalomane, magniloquentemente innamorato di sé stesso e arrogante da scrivere un libro che abbia per oggetto un precedente libro sempre scritto da lui medesimo. Ebbene Pansa ce l'ha fatta! Anzi, sarebbe una bella idea se fossimo nel puro romanzo; un libro su di un libro, magari inesistente.
Purtroppo i libri di Pansa esistono, ed esistono entrambi. Per chi non lo sapesse, il libro La grande bugia, Sperling & Kupfer 2006, racconta delle faide interne all'Italia durante e subito dopo la Seconda Guerra Mondiale, con particolare attenzione al cosiddetto Triangolo della morte (http://it.wikipedia.org/wiki/Triangolo_della_morte) emiliano e agli inevitabili strascici che la fine di ogni guerra comporta. Insomma, se non si tratta di un libro revisionista, certamente non tratta bene i partigiani comunisti, comparando stragi e assassinii fascisti a vendette personali e politiche che insanguinarono il primissimo dopoguerra.
Probabilmente rientra nel filone DS di questi ultimi anni, ovvero: "Facciamoci del male da soli, visto che Berlusconi ha già tanto da fare", anche se non credo che sia tutto così semplice. Credo piuttosto che ci siano persone che tradirebbero la propria stessa madre per fama e soldi.
E Pansa è una di queste.
Che dire adesso del nuovo libro, basato sul presunto successo del precedente. Forse la morale è che: ora che il governo traballa, è meglio ricordare al prossimo potente di turno, che ci sarà sempre qualcuno disposto a versare merda addosso a chiunque per dimostrare che, malgrado l'età, la lingua è ancora agile e ben lubrificata, capace di leccare e pulire ogni anfratto.
Se dipendesse da me, la taglierei quella lingua biforcuta!
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