Almeno sono soddisfatto di aver mandato in tipografia la rivista-catalogo.
Dopo oltre due mesi di lavorazione non posso che considerare che, quale che sarà il mio compenso, avrò lavorato in perdita. Ma non importa, lo si fa per restare nel giro, per far vedere che si esiste ancora. Ma a chi? Mi sembra incredibile che sia passato quasi un anno senza combinare praticamente niente. Speravo in un cambio di rotta politico che invece non c’è stato, sento tutti che dicono, compresi gli operatori di Casa Moratti (una storia che racconterò un’altra volta), che tutto è immobile in attesa di un cambio radicale, che nessun imprenditore serio osa muovere più un dito e, intanto, quelli come me muoiono lentamente, giorno per giorno, consumando quelle poche scintille di dignità ed entusiasmo rimaste. Ecco la cosa che più mi fa rabbia e paura: perdere, giorno per giorno, l’entusiasmo, la voglia di fare, la stima di me stesso.
Poi penso a questi manager con cui abbiamo lavorato per impaginare il catalogo. In teoria uno strumento per incrementare le vendite natalizie, in pratica, un inutile sperpero di denaro, perché ormai non potrà più essere stampato prima della fine dell’anno, quando i giochi sono fatti.
Eppure il tempo ci sarebbe stato eccome. È dai primi giorni di ottobre che ci lavorariamo sopra e avremmo potuto chiudere agevolmente entro la fine del mese. Perché non è stato possibile? Perché per ogni pagina sono state realizzate almeno dieci bozze con continui cambi di prodotti, di immagini, di testi, ognuno dei quali ha richiesto ogni volta almeno una settimana lavorativa affinché il mezzo manager, il grande manager e, infine, il capo dei capi, ponderassero le loro decisioni. Ognuno a delimitare l’orticello del proprio potere, ognuno a pisciare sull’alberello per difendere il proprio territorio. Ognuno che ha pensato ai cazzi suoi e nessuno che abbia pensato agli interessi dell’azienda. Magari parlerò anche per invidia, che ne so, ma questa gente non è onesta, non è corretta, non è competente, e però si porta a casa stipendi di tutto rispetto, mentre io non porto a casa un emerito niente, e questo mi fa molto incazzare.
Poi penso a questi manager con cui abbiamo lavorato per impaginare il catalogo. In teoria uno strumento per incrementare le vendite natalizie, in pratica, un inutile sperpero di denaro, perché ormai non potrà più essere stampato prima della fine dell’anno, quando i giochi sono fatti.
Eppure il tempo ci sarebbe stato eccome. È dai primi giorni di ottobre che ci lavorariamo sopra e avremmo potuto chiudere agevolmente entro la fine del mese. Perché non è stato possibile? Perché per ogni pagina sono state realizzate almeno dieci bozze con continui cambi di prodotti, di immagini, di testi, ognuno dei quali ha richiesto ogni volta almeno una settimana lavorativa affinché il mezzo manager, il grande manager e, infine, il capo dei capi, ponderassero le loro decisioni. Ognuno a delimitare l’orticello del proprio potere, ognuno a pisciare sull’alberello per difendere il proprio territorio. Ognuno che ha pensato ai cazzi suoi e nessuno che abbia pensato agli interessi dell’azienda. Magari parlerò anche per invidia, che ne so, ma questa gente non è onesta, non è corretta, non è competente, e però si porta a casa stipendi di tutto rispetto, mentre io non porto a casa un emerito niente, e questo mi fa molto incazzare.
E' esattamente come dici...e si riassume nella massima quotidiana:"perchè fare in 8 ore quello che puoi fare in 1 settimana?"
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