Chissà, forse è un sintomo della vecchiaia. Si torna un po’ bambini. O forse è che non sono mai cresciuto veramente, ma tutte le case che ho abitato mi hanno sempre parlato.
Quella dei miei genitori per esempio. Proprio davanti alla portafinestra della cucina, sul pavimento, c’è una grossa vite nera, inclusa come un fossile in una mattonella del pavimento. Chissà come ci è finita; forse durante la lavorazione, quarant’anni fa e, per uno strano scherzo del destino, proprio quella mattonella è finita nella nostra cucina. Ogni tanto andavo a guardarla, come una curiosità da museo o da wunderkammer, felice di ritrovarla sempre lì e domandandomi ogni volta come diavolo fosse finita proprio nella nostra mattonella. Con il passare degli anni è diventata una presenza rassicurante, un punto fermo, un’abitudine. So che c’è, che sarà sempre lì ogni volta che andrò a cercarla e questo mi rende felice.
Nel salotto invece, proprio vicino alla finestra, a ridosso della parete, c’è una mattonella del pavimento di marmo che d’inverno diventa calda. L’ho scoperto perché ci si accovacciava sempre il mio cane, che stupido non era. Può sembrare un mistero, ma più semplicemente si tratta del tubo del riscaldamento che passa proprio lì. Però è divertente far sentire ai miei figli quel calore misterioso che sale dal pavimento e vedere i loro occhi meravigliati da un fenomeno all’apparenza così inspiegabile.
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