Con mia moglie, abbiamo approfittato del fine settimana per capire a che punto stiamo.
Gli ultimi risparmi si stanno esaurendo velocemente. Palestra e corso di chitarra per C., per fortuna, li ha pagati la nonna, ma ci sono i libri di seconda, e poi i vestiti per E., la piccola, che cresce come l'insalata.
Il rinnovo della tessera atm, e, fra circa un mese, l'assicurazione dell'auto e le prime rate delle spese condominiali più quelle del fondo pensione.
I piccoli lavori che ho fatto in luglio, non sono ancora stati pagati; di quello proposto qualche giorno fa dall'ex direttore, non so ancora niente e il lavoro di mia moglie, a conti fatti, è una gran fregatura.
In pratica fatturo circa 1.100 euro lordi per un part time mensile.
Dedotti il 20% di ritenuta d'acconto, l'iva, e un altro 15% per irpef, fondo pensione eccetera, rimangono 580 euro netti.
Se li divido per una media di 20 giorni lavorativi risultano meno di 30 euro al giorno, ovvero nemmeno 7 euro all'ora. Tutto questo per un lavoro altamente specializzato, dove bisogna sapere di grafica, design e simulazioni in photoshop e illustrator.
La mamma peruviana di un compagno di scuola di E., facendo le pulizie, guadagna 15 euro l'ora netti e a libretti.
Credo che in tutto questo ci sia qualcosa di profondamente sbagliato, qualcosa che non dovrebbe esistere eppure c'è.
Come è successo che un grafico con trent'anni di esperienza sia valutato meno, non dico di un idraulico o un elettricista, ma addirittura di chi fa le pulizie e, badate bene, non stira e non pulisce il water?
Cosa dovrei rispondere a chi dice che dovremmo reinventarci? Che si devono trovare nuove strade, nuovi modi di proporre la nostra professione? In questo momento non posso fare altro che pensare di andare a servire qualcun altro; è senz'altro più conveniente e remunerativo.
Che ne so, potremmo proporci anche in coppia: mia moglie come donna delle pulizie e io come guardiano notturno factotum.
E come se non bastasse, su repubblica di venerdì 17 settembre, mi tocca pure leggere l'ennesimo articolo bufala sul vivere gratis, ovvero senza soldi. "Bello, se solo fosse vero" mi sono detto.
Poi, come al solito, si scoprono i sotterfugi, il non detto, le infantili furbizie, e capisco che al di là del baratto di oggetti o prestazioni o, addirittura, del raccattare il cibo scartato dai supermercati, non c'è niente di nuovo sotto il sole.
Dato che non vivo in una baracca a fianco della ferrovia, in un centro sociale o in una casa occupata, come le pago attraverso il baratto le spese condominiali? Cosa propongo come merce di scambio all'amministratore che mi chiede rate da 1000 euro? Il culo di mia moglie?
Cosa propongo a milano ristorazione in cambio della mensa per mia figlia? Due bici sgangherate che ho riverniciato e riparato sul balcone di casa? O il culo di mia moglie?
Cosa dico all'azienda energetica quando non ho i soldi per pagare le bollette? Gradite il culo di mia moglie? Anzi, per non passare da maschilista, ci metto tranquillamente anche il mio.
O preferiamo ancora starci a prendere per il culo con quella gran stronzata che sono le banche del tempo, iniziativa così vecchia, logora e inutile, ma che ogni tanto cercano ancora di farci passare come la via futura alla vita senza denaro?
Quando il tuo simpatico comune ti chiede l'imposta addizionale sulla casa tu che gli rispondi? Le vendo un po' del mio tempo oppure, a scelta, il culo mio o di mia moglie?
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento
I vostri commenti sono immediatamente pubblicati senza alcuna censura. Naturalmente vi esorto a osservare le elementari regole dell'educazione e del rispetto. I commenti che non osserveranno tali regole di civile convivenza verranno cancellati.