Devo escludere facebook dalla mia vita. Anche quei dieci minuti ogni tre quattro giorni.
Non sopporto più i commenti idioti, l’ignoranza tracotante, la presunzione e il narcisismo di questa gente. È mai possibile che in tempi lontani, o più recenti, abbia potuto conoscere persone che risultano così insopportabili? Come ho fatto a convivere per quattro anni di liceo con gente così ipocrita e fastidiosa?
La vecchia prof di matematica che ora insegna nella scuola di C., dice che non ho mai avuto dei veri rapporti con i professori. Forse è vero. Ma la poca voglia di studiare e di rapportarmi, si specchiava nella svogliatezza del corpo docente, che nutriva la sola preoccupazione di portare a casa lo stipendio senza troppe seccature.
P., di storia dell’arte, passava le sue ore in classe pulendo con la gomma libretti d’opera antichi che comperava chissà dove.
La formula valida per qualsiasi interrogazione, era sempre la stessa, sia che si parlasse della venere di Milo, che del Lacoonte, o di un’architettura del Palladio: “L’artista ha voluto comunicarci attraverso l’uso del chiaroscuro vivo e concitato...”.
B. di anatomia, non ha fatto mai una lezione relativa alla sua materia. Si limitava e farci copiare qualche osso del quale non conoscevamo nemmeno il nome e a fumare con lo sguardo perso nel vuoto. Però gli piaceva chiacchierare o, più precisamente, ascoltarsi mentre pontificava di questo e di quello, come se solo lui avesse capito il segreto della vita. Peccato che, discutendo di 2001 odissea nello spazio, film dal quale ero rimasto affascinato e leggermente interdetto, non abbia saputo dare nessun tipo di lettura, se non domandare furbescamente: “Secondo te cosa significa?”.
In plastica (scultura), l’unica volta che ho usato la creta è stato in quarta. Operazione necessaria e indispensabile ai fini della promozione.
L’ultimo professore in ordine di tempo era tale e quale a Stefano Satta Flores; indossava un camice bianco che lo rendeva più simile a un portantino che a un’artista, si dilettava in giochetti di prestigio coi cerini e, con le sue giacchette e le sue cravatte, si sarebbe tranquillamente potuto scambiare per un impiegato delle poste e telegrafi.
C. insegnava architettura ed era un fighetto terribile: sempre in giacca e cravatta, la erre moscia e un lontano accento campano. Malgrado tutto ci andavo abbastanza d’accordo, forse per via di una ricerca sulle carceri (il Panopticon eccetera) che avevo fatto insieme a un compagno che in seguito è morto per droga. L’ho risentito qualche tempo fa e, con grande sorpresa, ha confessato che: “...da altri incontri che ho avuto con alunni di quegli anni ho capito di essere stato abbastanza stronzo, o almeno, un po’ troppo sulle mie. Me ne scuso, con gli anni sono molto cambiato....”. Beh, meglio tardi che mai.
La professoressa di italiano era sull’orlo della pensione già in seconda liceo. Aveva una strana concezione della genialità in letteratura, tanto che ripeteva spesso, riferendosi ad autori anche classici dalla presunta omosessualità, che: “Probabilmente ciò che non gli è andato da una parte, è andato dall’altra”.
Ed è con questi professori che avrei dovuto instaurare un dialogo? A che pro?
Forse non ero molto sveglio, o furbo quel tanto che bastava per ingraziarmi questa manica di nullafacenti, come invece lo sono stati molti dei compagni che, con tanta rabbia, ho corteggiato su facebook. Senz’altro meno furbo di chi si faceva passare per ciò che non era (impegno politico, studio), al solo fine di fregare professori e compagne, brutte, ma di buona famiglia e ottime possibilità future.
Oggi li ritrovo su facebook, ancora più arroganti, vacui e narcisi di quanto fossero trent’anni fa e mi consolo che io, lo scemo del paese, sono umanamente migliore di quanto non siano mai stati loro.
Ma proprio non riesco a essere indifferente quando mi tocca leggere post come questi:
MFB: From wikipedia. Happiness is a state of mind or feeling characterized by contentment, love, satisfaction, pleasure, or joy :). (Ma wikipedia non esiste anche in italiano?).
CM risponde: e molto, molto altro... grazie ancora di questi momenti di felicità...
A proposito... la felicità ti dona...
MFB: tu doni felicità
Il tutto condito da foto che ritraggono i piccioncini in barca tra i canali di Venezia e al Festival del Cinema, seduti vicino a Quentin Tarantino, (che chiamano familiarmente “Quentin”, manco fosse loro fratello).
Dico: telefonarsi no? Dovete proprio sputare ai quattro venti la vostra stucchevole tresca? Doveto proprio farci vedere quanto siete fighi ad andare al Festival del Cinema di Venezia e sedervi vicino a Quentin Tarantino, mentre altri non sanno come mettere insieme il pranzo con la cena? Ma vaffanculo!
Questa invece è una dirigente di una grande casa editrice di Novara:
BS: Non vorrei rassegnarmi a quanto vedo dalla finestra, e sarei tentata di uscire con abbigliamento da 6 settembre: MA PERCHE’ E’ GIA’ INVERNO?!?!?
E quest'altro è il pupetto delle compagne di classe. Quello che aveva problemi di crescita e parlava con una vocina sottile sottile da cartone animato. Quello che già era bravo a suonare la batteria. Quello che, al suo compleanno, la classe gli regalava un piatto Zildjian, mentre a noi, scemi del paese, se andava bene, ci beccavamo un 33 giri.
A luglio ha pubblicato una foto in cui è in braccio a Ivano Fossati. Questo il testo del suo post:
EF: IN BRACCIO A IVANO FOSSATI!!!! (e chissenefrega non ce lo mettiamo?)
MCC commenta: Il mio batterista preferito in braccio a uno dei miei cantautori preferiti.
FD’A: BELLISSIMA ENRICO! :-)
EF risponde: Eh... un po’ di anni fa! Grazie M.
E allora, perché cazzo la pubblichi? Cosa cazzo ce ne frega delle tue imprese musicali e di quanti stronzi famosi hai conosciuto? Hai mai sentito parlare di modestia, sobrietà, riservatezza?
BB, AA, LC non fanno altro che giocare a FarmVille, FrontierVille e qualunque cazzata ci assomigli, e hanno tutte cinquant’anni suonati, molte dei figli grandi e una certa idiosincrasia per l’italiano.
Quast’altra, grazie alla sorella ex direttore di un importantissimo giornale di moda, si trova a gestire parte di un progetto che comprende location, studi fotografici, spazi per eventi e compagnia bella in una delle zone più di tendenza di Milano. Sfianca tutti con le sue stronzate salutistiche-spiritual-indiane, con lo yoga, il dalai lama e qualunque stronzata sia anche vagamente spiritual-indiana.
L’altro giorno pubblica una foto in cui è sdraiata in una vasca sozza piena di petali rosa di chissà quale cazzo di fiore con poteri senz’altro miracolosi e questo commento:
GB: bagno mattutino...
GG risponde: mi rilasso solo a guardarti! :). (Se fossi dio ucciderei all’istante tutti quelli che usano gli emoticon).
AP: ma dove sono finiti i due petali sugli occhi! No, così non è valido!
MS: che meravigliaa
GM: Ma dove sei???? Divina.
MS: Che bellezza stare a bagno così!!!!
GB ora svela il segreto dell’esca che ha sapientemente gettato: consiglio vivamente! somatheeram, in kerala... Massaggiati dalla mattina alla sera come i manzi di Kobe!!!!
EP: fantastica!
FB: Dove?
GB adesso gongola: bello eh? India, Kerala, clinica Ayurvedica Somatheeram... Consiglio!
FDS, finalmente realista: un po’ fuori mano... ma sei proprio tu? adorabile il cappellino!
Mi viene da vomitare. Qui c’è qualcosa che non funziona. Devo essermi perso qualche pezzo. Cosa c’entro io con questi? Perché odio tutta questa merda che sembrano trovare così affascinante? Perché sono tutti così intenti ad adularsi a vicenda, mentre quando pubblico io un post non mi caga nessuno? Già, forse per loro sono rimasto lo scemo del paese. Quello che però fino all’anno scorso se la cavava bene, con un bel lavoro, e che non faceva mancare niente alla famiglia.
Lo so che tutto questo prima o poi finiranno per saperlo, ma non me ne frega niente. Sto solo aspettando di rimettermi in carreggiata e poi comincerò a divertirmi. Posterò commenti che finalmente faranno capire a questa manica di stronzi cosa penso di loro. Ci penserò attentamente e distruggerò ognuno di questi scarafaggi nella maniara più dolorosa possibile.
Mi viene in mente Jack Lemmon in Prigioniero della seconda strada, quando con la pala da neve in mano diceva: “E se non nevicherà quest’anno... nevicherà l’anno prossimo!”.
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